Cda Rai, il dilemma di Schlein e Pd: isolamento o partecipazione al voto?

Alleanza Verdi e Sinistra spinge i dem a una riflessione sul cambio di direzione

di Redazione
Elly Schlein
Politica

Cda Rai, il dilemma di Schlein e Pd

Il nuovo Cda della Rai prenderà forma domani mattina, dopo il voto in Parlamento fissato alle 9,30. La novità è che dopo la decisione del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte di prendere parte alla votazione, anche Alleanza Verdi e Sinistra di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni parteciperanno ai lavori. 

E il Partito democratico? Fino a ieri la linea della segretaria Elly Schlein non prevedeva la presenza in Aula, ma l'improvviso cambio di direzione degli alleati ha imposto a Schlein una riflessione condivisa in un incontro con i membri Pd della commissione di Vigilanza Rai e i capigruppo di Camera e Senato. All'esito della riunione dei gruppi parlamentari dem di questa sera Schlein "indicherà la posizione del Pd sul voto di domani", fanno sapere fonti di via del Nazareno, sede dei dem.

In Transatlantico, però, come riporta l'Adnkronos, l'epilogo della vicenda viene dato ormai per assodato: la conferma della linea 'aventiniana' della segretaria ovvero il non voto. Nonostante un cambio di rotta sia stato caldeggiato trasversalmente da diversi parlamentari dem. "In ogni caso, sembra ormai troppo tardi per un'inversione di marcia e credo che questa sarà la valutazione che faranno anche i gruppi stasera", la previsione di un deputato Pd.

A meno di una svolta in corso d'opera e la decisione di sostenere un candidato proposto magari da un'altra forza politica. Come Roberto Natale, sostenuto da Avs. Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli stanno sollecitando un confronto per trovare una posizione condivisa. "Lanciamo un appello alle opposizioni: incontriamoci al più presto per discutere insieme con l'obbiettivo di arrivare ad una posizione condivisa".

LEGGI ANCHE: Nomine Rai, ecco la resa dei conti. Minoli: "Meloni scelga chi è bravo e non chi è leale"

Bonelli: "Avs domani vota consiglieri Cda"

"Per noi - spiega Angelo Bonelli in Transatlantico - era fondamentale che si abbinasse la riforma della Rai e il recepimento del Media Freedom Act. Oggi, dopo la nota del centrodestra dei giorni scorsi, è arrivato un atto conseguente in commissione di Vigilanza con l'incardinamento avviato da Fazzone al Senato di tutti i disegni di legge sulla riforma del servizio pubblico. Abbiamo ottenuto il risultato, chiesto unitariamente da tutti i gruppi di opposizione". Quanto al Cda, osserva Bonelli, "noi pensiamo che non vada lasciato spazio a una maggioranza che già ha occupato tutti gli spazi possibili in Rai. Quindi domani ci saremo e voteremo".

L'apertura del Centrodestra alle opposizioni sulla riforma della governace Rai si spiega con l'obbligo di recepire il Media Freedom Act, la legge europea per la libertà dei media votata lo scorso marzo. La norma è stata pensata per proteggere i giornalisti e i media europei da ingerenze politiche o economiche. Il nuovo regolamento, approvato con 464 voti favorevoli, 92 voti contrari e 65 astensioni, obbligherà gli Stati membri a proteggere l'indipendenza dei media e vieterà qualsiasi forma di ingerenza nelle decisioni editoriali.

Bevilacqua (M5s): "Avvio riforma primo passo importantissimo, ora procedere spediti"

"Finalmente la riforma della governance Rai inizia il suo percorso. Dopo la lettera che la presidente Barbara Floridia ha inviato a nome della commissione di vigilanza, la prossima settimana verranno incardinate le proposte di riforma. Incalzeremo la maggioranza per procedere spediti e dare al Paese una legge che spezzi finalmente il legame tra il governo e la Rai, nel solco dei principi sanciti dal Media Freedom Act europeo. È un primo passo importantissimo", ha dichiarato l'esponente M5S in commissione di vigilanza Rai Dolores Bevilacqua.

Calenda: "Opposizioni ordine sparso. Noi per Fondazione"

"Io non ho capito cosa fanno le opposizioni. Sono confuso. Mi pare di capire che un pezzo va da un lato e un pezzo va dall’altro. Dopodiché la nostra proposta sulla Rai è che deve essere sotto una Fondazione i cui componenti devono essere nominati da un’autorità che non sia politica perché solo in questo modo si garantisce, abolendo la Commissione di Vigilanza, una reale indipendenza della Rai. Mi pare di capire che i parlamentari abbiano la passione per due cose: la Rai e i servizi segreti. Così mi pare che non la risolviamo mai”. Lo dice Carlo Calenda, leader di Azione, a margine della presentazione dell’appello “Stop smartphone e social sotto i 16 e i 14 anni” in corso nella sala “Caduti di Nassirya” del Senato. 

Tags: