La battaglia delle toghe e l'opposizione tafazziana celano le divisioni nel Cdx. Governo sempre più forte

Più la Magistratura attacca e più la maggioranza si compatta

Di Alberto Maggi
(foto Lapresse)
Politica

Prossimo obiettivo del Centrodestra vincere le Regioni in Umbria


L'opposizione evidente e palese di una parte importante della Magistratura all'azione politica del governo Meloni - in particolare sulla vicenda dei migranti ma non solo - e la il duo tafazziano Schlein-Conte che le sbagliano tutte - vedi la sconfitta clamorosa di Andrea Orlando in Liguria - sono una polizza sulla vita per l'esecutivo di Centrodestra.

Nella maggioranza non mancano certo le divisioni, a partire dalla Legge di Bilancio con la presidente del Consiglio, appoggiata dal ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (più draghiano che leghista), che ha imposto la massima prudenza deludendo sia Forza Italia sul lato del taglio della pressione fiscale per il ceto medio sia la Lega sul fronte del sistema previdenziale e del superamento della Legge Fornero (Quota 41 per tutti resta una chimera).

Per non parlare poi del fronte internazionale. E' vero che il Centrodestra voterà compatto sì a Raffaele Fitto vice-presidente della Commissione europea, ma questa è quasi un'ovvietà. Il punto è che sull'impostazione delle politiche Ue e su Ursula von der Leyen, così come sulla guerra in Ucraina e sul continuo invio di armi a Kiev, le divisioni sono enormi.

E anche sulle imminenti elezioni presidenziali Usa non mancano spaccature nel Centrodestra. Forza Italia non si schiera, non è con i democratici ma non ama Donald Trump (e su questo Antonio Tajani è in perfetta continuità con Silvio Berlusconi), Giorgia Meloni è cautamente pro-Donald ma non può compromettere il rapporto con la Casa Bianca laddove dovesse vincere Kamala Harris e quindi tace, Matteo Salvini è schieratissimo a favore di Trump e punta moltissimo sul suo ritorno alla Casa Bianca.

Impostazioni differenti, d'altronde come hanno sempre detto nel Centrodestra "siamo una coalizione e non un partito unico". Ma quando arrivano gli appuntamenti importanti con le urne la maggioranza di governo trova sempre la quadra bossiana e, Sardegna a parte, vince come in Liguria e come quasi certamente in Umbria a metà novembre.

Ma a rinsaldare l'alleanza di governo, oltre a un'opposizione spappolata che litiga continuamente con il M5S che di fatto non esiste più, ci pensano le toghe (anche con la notizia fatta uscire oggi, guarda caso su Repubblica.it sull'indagine e la richiesta di archiviazione della presidente dell'Umbria e ricandidata alle elezioni regionali di metà novembre Donatella Tesi, leghista e sostenuta da tutto il Centrodestra). L'ultima decisione del tribunale di Bologna di ricorrere alla Corte di Giustizia Ue contro l'ultimo decreto migranti, infatti, ha spinto l'esecutivo ha forzare la mano e a inserire la norma per aggirare gli interventi della Magistratura, specie sui centri in Albania, nel decreto flussi (che riguarda l'immigrazione regolare). E non ci sono stati dubbi, una decisione condivisa da tutto il Centrodestra.

Forza Italia e Berlusconi hanno sempre voluto una profonda riforma della Giustizia (e tutti si ricordano quella che gli azzurri chiamano "persecuzione" nei confronti del Cavaliere iniziata subito dopo la sua discesa in politica), la Lega aveva promosso dei referendum proprio sulla separazione delle carriere ma anche sulla responsabilità civile delle toghe e la destra meloniana, come dimostrano le parole del ministro Carlo Nordio, è in prima fila sul fronte delle modifiche al sistema giudiziario.

E quindi? Alla fine l'azione, secondo molti, politica e di parte della Magistratura, insieme agli errori clamorosi di Pd e di quel che resta del M5S, celano le divisioni innegabili del Centrodestra e lo rilanciano. Verso la vittoria alle Regionali in Umbria.




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