Cgil, Landini contro i licenziamenti. Ma poi manda a casa i suoi lavoratori

La Cgil organizza una campagna contro i licenziamenti individuali e i contratti esternalizzati. Tuttavia, la stessa Federazione ha licenziato diversi lavoratori

di redazione politica
Tags:
landini
Manifestazione CGIL UIL Landini
Politica

Landini vuole il referendum contro i licenziamenti, ma poi manda a casa i "suoi" lavoratori

Nel palazzo sito al numero 25 di Corso Italia a Roma, base operativa di Maurizio Landini, la Cgil ha organizzato una vasta campagna di sensibilizzazione per promuovere tre consultazioni referendarie contro i licenziamenti individuali e il sistema dei contratti esternalizzati. Lo scrive Il Giornale.

Tuttavia, proprio dall'organizzazione sindacale rossa, sotto la gestione Landini, sono state inviate comunicazioni riguardanti i licenziamenti individuali previsti dalla controversa legge del lavoro. Inoltre, il sistema dei contratti esternalizzati, che Landini intende abolire attraverso i referendum, è stato impiegato dalla Federazione nel settore della sicurezza e in altre aree, applicando retribuzioni inferiori a 10 euro all'ora ed evitando azioni legali da parte dei lavoratori licenziati.

Nel 2020 Landini è diventato il capo della Federazione, quando, il 10 marzo, la dirigente pugliese Iginia Roberti è stata licenziata con una comunicazione formale, in base alla legge sul lavoro. Un atto eseguito senza esitazioni, senza spazio per la discussione. L'ordine è stato inequivocabile: "Da domani non fai più parte del nostro team, consegna le chiavi del tuo ufficio”.

È la severa politica sui licenziamenti individuali che gli avvocati della Federazione contrastano anche in Tribunale contro la richiesta di reintegro avanzata dalla lavoratrice. Il caso più significativo è avvenuto di recente: nel giugno del 2023, Massimo Gibelli, storico rappresentante del sindacato, è stato licenziato da Rosssi.

La contraddizione emerge chiaramente nella lettera di licenziamento, che menziona "il licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo previsto dalla legge n. 910 del 1977, successivamente modificato dalla legge Biagi nel 2003 e dal Jobs Act di Renzi nel 2015". Proprio quella legge che ora l'ex dirigente della Federazione vorrebbe eliminare tramite il referendum.

Il documento, approvato dall'assemblea della Federazione che ha incaricato il segretario generale di organizzare la mobilitazione contro i licenziamenti individuali, è chiaro: "l'obiettivo è cambiare le leggi sbagliate e proporre un diverso modello sociale e di sviluppo, che ponga al centro la dignità e la libertà delle persone". Leggi che la Federazione non esita ad applicare per i suoi licenziamenti. Un'altra sfida di Landini riguarda i contratti esternalizzati: il sistema che riduce le protezioni per i lavoratori.

Anche su questo fronte, Rossi sta promuovendo il referendum. Ancora una volta emerge il tema della doppia morale. C'è il caso dell'associazione per la sicurezza edile di Napoli, un consorzio affiliato alla Federazione. A marzo del 2023 è bastata una e-mail: “Licenziamento per giustificato motivo oggettivo".

Sono stati mandati a casa, dopo 25 anni di servizio, Rossella Borrelli, 47 anni con altre 5 persone (Giuseppe Maesano, Ornella Diomaiuti, Filomena di Fonzo, Rocco di Resta e Carmine Varone). Per i licenziati è difficile intentare causa contro la Federazione. Perché? Il sistema dei contratti esternalizzati fornisce una protezione al sindacato contro le richieste di reintegro. In breve, meno tutele per i lavoratori, più potere al sindacato-capo.