I tormenti di Giorgia: dietro agli "infami" il timore che qualcuno voglia tradire. Lo scenario

Chat private in prima pagina sui quotidiani e presunti traditori, l'amarezza di Meloni serpeggia a Palazzo Chigi... Commento

di Daniele Marchetti
Politica

Il cuore oltre l’ostacolo: la Giorgia Meloni che non ti aspetti

Da giorni la cronaca politica è invasa da commenti, più o meno generosi, ironici, sarcastici sulle parole che Giorgia Meloni avrebbe scritto su una chat privata e poi finite -misteriosamente- sulle prime pagine dei media nazionali e non solo. Parole furiose, sguaiate, scomposte per una figura di cotanta levatura istituzionale che più di rappresentare un’accusa lanciata contro i traditori (“gli infami” tanto per rammentare il testo), sembrano mostrare il grado di tensione, amarezza e scoramento (la preoccupazione sembra essere uno stadio ampiamente superato) che serpeggia a Palazzo Chigi. 

Ma sebbene l’espressione sia poco confacente ad una figura istituzionale di tale rango, ciò che appare politicamente più rilevante se non addirittura più intrigante è il verbo utilizzato dalla Premier. È in quell’“Io alla fine mollerò” che si gioca tutta la partita! In ventiquattro mesi dalla straripante elezione del 25 settembre 2022 tutto sembra essere cambiato, anzi stravolto!

La fierezza di un risultato a suo modo storico, della prima donna Premier e di un partito monolite attorno alla sua condottiera, sembra aver lasciato il posto alla disillusione, alla stanchezza, se non direttamente, alla resa. E se le parole sono pietre, quelle di Giorgia Meloni paiono veri macigni: “Perché fare sta vita per far eleggere sta gente, anche no” e “L’infamia di pochi mi costringe a non avere rapporti con i gruppi”.

Quei gruppi parlamentari in cui vige una tale anarchia da non rendere più sicuro il governo su niente come testimonia la vicenda assai incresciosa sulla votazione del candidato meloniano alla Corte Costituzionale.
Ma a carogna, carogna e mezzo. E il guanto di sfida è lanciato: io -sembrano tuonare le parole di Meloni- sono disposta a mollare ma voi, senza di me, il Parlamento ed il Governo lo vedrete con il cannocchiale.

Gli stracci sono ancora al loro posto e c’è da giurare che non voleranno presto, ma quelle “nubi nere” che in estate si intravedevano all’orizzonte (con inchieste più o meno vere, gaffes a gambe corte, separazioni militanti, incarichi amorosi, ecc.) appaiono tanto vicine da consigliare l’apertura degli ombrelli (o dei paracaduti) a molti se non a tutti.

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