G20 clima, flop di Draghi. Tetto entro 1,5 gradi, ma salta la data del 2050

Pesano, come sempre, le divisioni tra i vari Paesi. Il premier: "Passi finora insufficienti"

Politica
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Il G20 voluto da Mario Draghi a Roma, con il mainstream mediatico pronto, come sempre, a osannare il presidente del Consiglio, ha partorito un vero e proprio topolino sul tema fondamentale del clima. Una sorta di insulto alle tante vittime, in tutto il mondo, a causa dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale. L'impegno per contenere l'aumento della temperatura sulla Terra a 1,5 gradi viene confermato, ma salta l'obiettivo del 2050 e nella bozza si parla genericamente di "metà secolo". Un obiettivo che delude le attese della vigilia e che non risponde alle gravi emergenze climatiche.

La dichiarazione finale del G20 di Roma fa riferimento alla scadenza di "metà del secolo" per il raggiungimento delle emissioni zero, senza però indicare in modo specifico la data del 2050. Lo riferiscono fonti dell'Eliseo, sottolineando che si è tenuto conto delle "diversità" nelle posizioni di alcuni Paesi, come India, Cina e Indonesia. I Paesi del G20 termineranno entro l'anno i finanziamenti a nuove centrali a carbone. Il documento finale conferma il fondo per il clima da 100 miliardi per il sostegno ai Paesi in via di sviluppo. L'impegno poi sarebbe di "intraprendere ulteriori azioni" sul clima "in questo decennio".

Durante la seconda sessione del vertice del G20, incentrata sul tema dell'ambiente e del cambiamento climatico, tutti i leader hanno comunicato nei rispettivi interventi un forte senso di urgenza per l'inasprimento della crisi climatica. Lo fanno sapere fonti italiane a margine dei lavori del summit. L'ultimo report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, citato da quasi tutti i leader intervenuti, fa capire al mondo che non c'e' piu' tempo da perdere per attuare un'efficace, rapida ed equa transizione ecologica, hanno aggiunto le stesse fonti.

G20, responsabilità "comuni ma differenziate" su cambiamento clima - Durante la seconda sessione del vertice del G20, incentrata sul tema dell'ambiente e del cambiamento climatico, tutti i leader hanno comunicato nei rispettivi interventi un forte senso di urgenza per l'inasprimento della crisi climatica. E' quanto fanno sapere fonti diplomatiche. Il principio fondamentale, ricordato da tutti i leader, è quello delle responsabilità "comuni ma differenziate" da parte dei Paesi mondiali, ricordando la necessità di aiutare in modo particolare i paesi emergenti e a basso reddito ad affrontare i costi della transizione. L'ultimo report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, citato da quasi tutti i leader intervenuti, fa capire al mondo che non c'è più tempo da perdere per attuare un'efficace, rapida ed equa transizione ecologica, anche per questo lo stop al finanziamento delle centrali a carbone, il contenimento delle emissioni di metano e la riduzione delle esportazioni di fonti di energia fossile sono stati al centro di molti degli interventi della sessione. Molti leader intervenuti, inoltre, hanno salutato con favore la ratifica dell'Accordo di Parigi da parte della Turchia avvenuta di recente. Il multilateralismo, principio cardine citato dal Presidente Draghi nei suoi interventi, è stato invocato in modo ampio e trasversale come imprescindibile per contrastare in modo efficace il cambiamento climatico, segnalano ancora le fonti. Molti leader hanno citato il G20 come principale promotore del multilateralismo. I leader intervenuti, pur nella diversità degli accenti - viene riferito -, hanno convenuto in modo unanime sulla necessità di azzerare le emissioni nette di gas serra entro la metà del secolo, un impegno che sarà anche presente nella Dichiarazione finale del G20. Ne ha parlato il presidente francese Macron citando direttamente gli impegni concordati dagli sherpa dei Paesi membri del G20 durante i negoziati che sono durati tutta la notte. Fra questi, un fondo da 100 miliardi di dollari per sostenere la transizione ecologica nei paesi a basso reddito, un graduale azzeramento dei finanziamenti alle centrali a carbone, la riallocazione dei Diritti Speciali di Prelievo di nuova emissione verso i paesi più bisognosi".

Clima: Lavrov, obiettivo 2050? Russia ne ha un altro - "Il 2050 non e' un numero magico, se questa e' l'ambizione dell'Ue, altri Paesi hanno altre ambizioni". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov a margine del G20, sull'obiettivo del 2050 per la neutralita' carbonica. "La Russia cerchera' di raggiungere la neutralita' carbonica entro il 2060", ha aggiunto Lavrov, respingendo "vuote ambizioni". E sottolineando che il 2050 era stato concordato in ambito G7, quindi "non e' stato elegante" presentarlo al G20, non e' stato "rispettoso degli altri Paesi del G20". Lavrov allo stesso tempo ha ringraziato la presidenza italiana per aver "aiutato la negoziazione" a Roma.

G20: senso di urgenza su crisi climatica condiviso da tutti i leader - Durante la sessione due della seconda giornata del vertice del G20 a Roma, incentrata sul tema dell'ambiente e del cambiamento climatico, tutti i leader hanno comunicato nei rispettivi interventi un forte senso di urgenza per l'inasprimento della crisi climatica. Secondo quanto si apprende, l'ultimo report dell'Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, citato da quasi tutti i leader intervenuti, fa capire al mondo che non c'e' piu' tempo da perdere per attuare un'efficace, rapida ed equa transizione ecologica. "La caduta dell'Impero Romano ci insegna che quando le cose iniziano a precipitare, lo fanno molto velocemente", ha dichiarato il premier britannico Boris Johnson. Anche il presidente americano Joe Biden ha lanciato un appello accorato a tutti i leader presenti. "Non voglio che le precedenti generazioni guardino al vertice di oggi pensando: ecco come abbiamo fallito", ha dichiarato Biden. "Le future generazioni devono pensare: ecco perche' abbiamo avuto successo". Il multilateralismo, principio cardine citato dal presidente Draghi nei suoi interventi, e' stato invocato in modo ampio e trasversale come imprescindibile per contrastare in modo efficace il cambiamento climatico. Molti leader hanno citato il G20 come principale promotore del multilateralismo: il presidente russo Vladimir Putin, ad esempio, ha dichiarato che il G20 deve essere leader nello stabilire regole chiare, uniformi e trasparenti.

I leader intervenuti, pur nella diversita' degli accenti, hanno convenuto in modo unanime sulla necessita' di azzerare le emissioni nette di gas serra entro la meta' del secolo, un impegno che sara' anche presente nella Dichiarazione finale del G20. Il presidente francese Emmanuel Macron ha citato direttamente gli impegni concordati dagli sherpa dei Paesi membri del G20 durante i negoziati che sono durati tutta la notte. Fra questi, un fondo da 100 miliardi di dollari per sostenere la transizione ecologica nei paesi a basso reddito, un graduale azzeramento dei finanziamenti alle centrali a carbone, la riallocazione dei Diritti Speciali di Prelievo di nuova emissione verso i paesi piu' bisognosi. Un messaggio di ottimismo e speranza arriva dalla cancelliera tedesca Angela Merkel. "Questo G20 e' di importanza cruciale, avviene alla vigilia della COP26", ha ricordato Merkel. "Stiamo mandando un messaggio molto chiaro: siamo ancora piu' ambiziosi rispetto all'Accordo di Parigi". Lo stop al finanziamento delle centrali a carbone, il contenimento delle emissioni di metano e la riduzione delle esportazioni di fonti di energia fossile sono stati al centro di molti degli interventi della sessione. Il principio fondamentale, ricordato da tutti i leader, e' quello delle responsabilita' "comuni ma differenziate" da parte dei Paesi mondiali, ricordando la necessita' di aiutare in modo particolare i paesi emergenti e a basso reddito ad affrontare i costi della transizione. Molti leader intervenuti, inoltre, hanno salutato con favore la ratifica dell'Accordo di Parigi da parte della Turchia avvenuta di recente.

Per contribuire ad avanzare verso gli obiettivi di vaccinare almeno il 40% della popolazione in tutti i paesi entro la fine del 2021 e il 70% entro la metà del 2022, prenderemo iniziative per contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini e prodotti e strumenti medici essenziali nei Paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento". Lo si legge nel documento finale del G20, in cui si aggiunge che "rafforzeremo le strategie per sostenere la ricerca e lo sviluppo, nonché per garantire la loro produzione e distribuzione rapida ed equa in tutto il mondo". Le 20 maggiori economie si impegneranno inoltre a sostenere gli sforzi per ridurre a 100 giorni il periodo necessario per sviluppare nuovi vaccini, farmaci e test in caso di nuove pandemie.

Dobbiamo agire "rapidamente per evitare conseguenze disastrose" sul clima", ha detto il premier Mario Draghi, aprendo un evento a latere del G20 sul "Ruolo del settore privato nella lotta ai cambiamenti climatici", alla presenza del principe Carlo d'Inghilterra. "La lotta al clima è la sfida del nostro tempo. O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione e riusciamo a renderla più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo e il fallimento", dice il premier. "La presidenza italiana del G20 vuole spingere la crescita economica e renderla più sostenibile: lo dobbiamo ai cittadini, al pianeta e alle future generazioni", dice il premier.

"Sono grato al premier Draghi per aver riconosciuto l'importanza di certi temi e averli messi al centro di questo evento", ha detto il principe Carlo al G20. "Abbiamo una responsabilità enorme nei confronti delle generazione di chi non è ancora nato". "Ho dedicato gli ultimi 40 anni ai temi ambientali, ultimamente ho notato un cambiamento nell'atteggiamento generale", ha sottolineato il primogenito della Regina Elisabetta.

LE PAROLE DEL PREMIER DRAGHI - "La crisi climatica e' il problema decisivo dei nostri tempi. Mette in pericolo il nostro sostentamento, minaccia la nostra prosperita', mette a rischio il nostro futuro. Con lo scioglimento dei ghiacciai, l'innalzamento del livello del mare e gli eventi meteorologici estremi che si verificano sempre piu' frequentemente, ci troviamo di fronte a una scelta semplice. Possiamo agire ora o pentircene in seguito". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Mario Draghi, rivolgendosi ai leader del G20 in apertura della seconda giornata di lavori del vertice. "Con l'accordo di Parigi, ci siamo impegnati ad affrontare collettivamente il riscaldamento globale. Ma i passi in avanti che abbiamo intrapreso da allora si sono rivelati insufficienti. Gli scienziati ci dicono che - con le politiche attuali - le conseguenze del cambiamento climatico per l'ambiente e la popolazione mondiale saranno catastrofiche. Il costo dell'azione - per quanto alto possa sembrare - e' banale rispetto al prezzo dell'inerzia", ha aggiunto Draghi. "Ieri ho affermato che le questioni globali piu' urgenti richiedono una risposta multilaterale. La lotta al cambiamento climatico coinvolge, letteralmente, il mondo intero. Restiamo uniti, nel successo e nel fallimento. E, come G20, abbiamo la responsabilita' di mostrare leadership e guidare il mondo verso un futuro piu' sostenibile", ha concluso.

 

IL MINISTRO DI MAIO - "'Abbiamo un'enorme responsabilità nei confronti delle generazioni che ancora devono nascere'. Sono le parole del principe Carlo, intervenuto questa mattina al vertice G20 che si sta svolgendo a Roma. Proprio per questo motivo l'Italia sta dando il massimo sulla lotta agli stravolgimenti climatici, e dobbiamo essere sempre più ambiziosi. Il nostro impegno è evidente, ovviamente serve una spinta coraggiosa da parte di tutti i Paesi". Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.