Commissione Ue, Prodi e Monti lanciano un appello: “Fitto e Ribera candidati qualificati, stop al regolamento di conti"

Commissione Ue e la nomina di Fitto, la dichiarazione unitaria degli ex premier: “Il voto del Parlamento Ue sui commissari non sia un regolamento di conti”

di Redazione

Romano Prodi - Mario Monti

Politica

Commissione Ue e Fitto, sarebbe concreto il rischio di "una caduta della Commissione Von der Leyen 2 e di una perdita di credibilità della politica"

I capigruppo delle tre forze della maggioranza, Ppe, Socialisti e Democratici e Renew Europe si riuniranno oggi al Parlamento Europeo, a Bruxelles, per cercare una soluzione allo stallo in cui è finito il processo di nomina della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Lo si apprende da fonti parlamentari.

Manfred Weber, Iratxe Garcia Perez e Valérie Hayer dovrebbero cercare un modo di superare i veti incrociati tra Popolari e Socialisti, con i primi che hanno bloccato la candidata socialista spagnola Teresa Ribera, mentre i secondi sono restii ad approvare Raffaele Fitto come vicepresidente esecutivo, anche se il gruppo su questo punto non è unito. Le nomine dei sei vicepresidenti esecutivi e del commissario ungherese, Oliver Varhelyi, devono ancora ricevere il via libera delle rispettive commissioni.

Nel frattempo, Romano Prodi e Mario Monti hanno lanciato un appello congiunto alla Sinistra per la nomina di Fitto. “In questo momento, con le enormi sfide che l'Unione Europea deve fronteggiare ad Est e ad Ovest, confidiamo che, davanti a candidati qualificati come Teresa Ribera o Raffaele Fitto, non prevalgano le tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti", dicono i due.

“Abbiamo auspicato per anni che le scelte dell'Unione Europea fossero animate dal dibattito tra le forze politiche, anche per accrescere nei cittadini la consapevolezza delle grandi poste in gioco. Quando è condotto con serietà e rigore, il voto del Parlamento Europeo sui candidati commissari è una componente essenziale di questo processo democratico. Se però diventa un modo per scaricare sull'Europa regolamenti di conti tra partiti, perdono credibilità sia la politica sia l'Europa", spiegano Prodi e Monti.

Le "tensioni intestine, in particolare tra i gruppi considerati più europeisti quali i popolari e i socialisti" porterebbero "a un grave conflitto tra Parlamento e Commissione, proprio i due fattori di spinta verso un'Europa più unita. Potrebbe addirittura derivarne la caduta della Commissione von der Leyen 2, dopo una gestazione di cinque mesi e prima ancora della sua entrata in carica, proprio quando i cambiamenti nella politica americana ci obbligano a costruire un'Europa più forte e più coesa. Il mondo intero guarderebbe all'Europa con derisione. Auspichiamo che in questo grave momento prevalga in tutti il senso di responsabilità", concludono.  

 

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