Con Giorgetti Lega colonia di Ue-Usa. Salvini vuole questo? Decida

Il nodo va tagliato. Ora

di Paolo Becchi
Matteo Salvini Lapresse
Politica
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Una dialettica interna ad un partito è cosa buona e giusta, segno di vitalità. C‘ è la tesi, l‘antitesi e la sintesi. Ecco quello che al momento nella Lega sembra però mancare è la sintesi. E così la dialettica resta adorniamente negativa.

Tutto è cominciato con l’entrata nel governo Draghi. La decisione l‘ha presa Salvini ma Giorgetti da tempo la sosteneva. Forse l’errore iniziale è stato quello di non affrontare a viso aperto Draghi e di porre alcune condizioni per la partecipazione della Lega al governo. Salvini ha lasciato fare Giorgetti e… Giorgetti ha fatto. Ha fatto quello che voleva lui. Da quel momento Giorgetti ha cominciato ad insistere su una sua linea „moderata“ , che la Lega avrebbe dovuto seguire. Svolta europeista e atlantista, adeguatamento alla linea Draghi su tutto. Viaggi in Baveria e negli Stati Uniti.

E Salvini? Salvini si è messo sulla difensiva e non poteva fare altro. Ma non ha sciolto il nodo. Sinora ha lasciato fare. Ma ora deve decidersi? Vuole questa nuova Lega che la riduce ad un ruolo importante sì ma subalterno e che riduce persino lui, Salvini, ad un ruolo subalterno? Questo è il nodo di Gordio e solo lui lo può tagliare.

Salvini ha preso un partito (quello di Bossi e Giorgetti) che stava per scomparire e lo ha fatto diventare con il progetto sovranista il primo partito in Italia, se si segue Giorgetti chissà la Lega forse potrà pure tornare al governo, con Berlusconi, Tajani, Meloni e La Russa ma sarà il governo di una colonia dei burocrati di Bruxelles e degli americani.

Vuole questo Salvini ? Non lo vuole? “Non si può aspettare più“ . Il nodo va tagliato. Ora.