Concorsopoli, due indagati fanno il nome della Cartabia per un suo "pupillo"

Spunta anche una mail della Guardasigilli: "Venire lì? Molto rischioso". La ministra della Giustizia viene chiamata in causa e il documento inviato va agli atti

Politica
Condividi su:

Concorsopoli a Genova, la mail di Cartabia agli atti dell'inchiesta

Nell'inchiesta sulla concorsopoli a Genova due degli indagati hanno fatto il nome della ministra Marta Cartabia. La Guardasigilli avrebbe - si legge sulla Verità - sostenuto con l'aiuto di due indagati, la carriera di un ricercatore con un curriculum "fasullo", salvo poi, appena nominata ministro, lasciarlo al suo destino. Agli atti dell'indagine ci sono anche le chat del ministro e una mail. Lara Trucco, la prorettrice genovese di Giurisprudenza, ora ai domiciliari, invita Cartabia ad un convegno a Genova e la ministra declina con queste parole: "Lara è mooolto rischioso. Qui non si è padroni di nulla. Meglio soprassedere". La Trucco parla della mail ad altri collaboratori e di "pericolosità dell'ambiente genovese". Gli inquirenti cercano di scoprire cosa ci sia dietro.

Anche un'altra ministra è finita nel mirino per favoritismi universitari. Il Fatto Quotidiano ha rivelato le presunte pressioni dell'allora rettrice dell’Università Bicocca, Maria Cristina Messa – attuale ministra dell'Università e Ricerca – per far promuovere tre studentesse. Il 23 febbraio 2018 si concludeva il master bilingue in "Diritti Umani e Sicurezza". Tra i bocciati, le consoli di Ecuador e Bolivia e un'impiegata messicana. La rettrice ha premuto sulla direttrice perché concedesse la proroga che consentisse loro di recuperare frequenze ed esami. L’ex rettrice della Bicocca nega addirittura di conoscere le tre studentesse, ma fatti e documenti la smentiscono.