Governo, M5S esce (ecco quando). Conte: "Non reggiamo il moccolo"
Governo, Conte prepara lo strappo
Decreto Aiuti: M5s verso sì a fiducia oggi per poi astenersi o non partecipare a voto finale
Uscire dal governo. Ma non oggi, non subito. L'obiettivo di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle è andare all'opposizione evitando però le elezioni politiche anticipate a settembre/ottobre (che sarebbe un massacro per i grillini). Per fare questo, come ha scritto Affaritaliani.it (clicca qui per leggere l'articolo), occorre che passino ancora qualche settimana in modo tale che poi le elezioni non siano più possibili nel 2022 a causa della Legga di Bilancio per il 2023 che va approvata in Parlamento entro il 31 dicembre. Per questo motivo, Conte sta piano piano preparando, anche e soprattutto agli occhi dell'opinione pubblica, lo strappo finale. Ecco perché oggi il M5S voterà sì alla fiducia al Dl Aiuti, non è ancora il momento di lasciare l'esecutivo.
M5s, Conte: "Siamo con un piede fuori dal governo, non reggiamo il moccolo" - Il tanto atteso chiarimento tra Conte e Draghi non ha fatto altro che rimandare la decisione. Il leader del M5s parla chiaro durante l'assemblea con i parlamentari grillini. "Il tempo è già scaduto, questo governo deve cambiare marcia. E io a Draghi non ho dato alcuna rassicurazione sulla nostra permanenza. Noi non stiamo qui a reggere il moccolo al grande centro o alla destra". L'ex premier lancia l'ennesimo ultimatum all'esecutivo. "La nostra comunità - dice Conte al Fatto Quotidiano - sta con un piede fuori dal governo. Servono ragioni per restare, vogliamo risposte vere e risolutive entro luglio". Così sul decreto Aiuti Conte indica una linea che è un equilibrismo: oggi, salvo sconvolgimenti notturni, il Movimento voterà sì alla fiducia sul decreto ma si asterrà sul provvedimento, che racchiude anche la norma sull’inceneritore a Roma.
"Noi - prosegue Conte al Fatto - non chiediamo rimpasti o poltrone". Però ora gli servono risposte, magari bandierine, anche per tenere i suoi. Riccardo Fraccaro: "Senza risposte a breve, restare nel governo non avrà senso". E poi Stefano Buffagni: “Se devi prenderti il costo di sostenere un esecutivo devi poter incidere”. Due voci, da un coro che l’ex premier sente ogni giorno. Poi la parola passa ai parlamentari. Ed è una pioggia di interventi che chiedono di uscire subito dal governo, o quanto meno di chiedere agli iscritti online se restare o no. “Un plebiscito” osserva un deputato. E un altro segnale a Conte, un leader in mezzo a mille fuochi. Vacilla anche l'alleanza col Pd: "Noi non subiamo diktat che lasciano il tempo che trovano, il Movimento andrà in alleanza solo se ci sarà piena condivisione sui programmi e coesione, piena collaborazione. Sono le nostre condizioni".
Decreto Aiuti: M5s verso sì a fiducia oggi per poi astenersi o non partecipare a voto finale - Votare si' alla fiducia sul decreto Aiuti oggi, nell'Aula della Camera, per poi astenersi o non partecipare al voto finale sul provvedimento in programma lunedi' prossimo. Sarebbe questa la linea emersa al termine dell'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari del Movimento cinque stelle, tenutasi a Montecitorio, alla presenza del presidente del M5s, Giuseppe Conte.