Corteo No Green Pass, infiltrato? Due uomini si cambiano d’abito nella Cgil
Sempre più dubbi e domande dopo le immagini di due uomini che si cambiano d’abito all’irruzione alla sede della Cgil. Freccero: i cortei sono infiltrati
C’è uno strano particolare nel video diffuso sui social da Biagio Passaro, leader di Io Apro, al momento dell’irruzione nella sede nazionale della Cgil di Roma, durante la manifestazione No green pass di sabato 9 ottobre scorso. Diffuso su diverse piattaforme, il video è più lungo ma la parte interessante riguarda due uomini che una volta dentro la sede del sindacato si cambiano i vestiti, come a volersi camuffare.
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Al minuto 0:02 la voce di Passaro annuncia “ragazzi stiamo entrando nella Cgil”.
Nei secondi che seguono la folla, ripresa principalmente di spalle, supera la soglia d’ingresso ed entra nella sede del sindacato. C’è concitazione. Al minuto 0:11 una voce intima ai presenti che avevano colpito delle istallazioni: “Ragazzi, non rompete!”. Invito accolto che rivolge ai manifestanti anche Passaro, si distingue la sua voce. Viene superato un primo corridoio. Passaro riprende a destra: è visibile un uomo di spalle con una giacca gialla lunga, un cappellino in testa e occhiali che cerca di forzare, spingendo, una porta a vetri chiusa a chiave. Non ci riesce, desiste, l’uomo non usa maniere più forti. A quel punto (min 0:25) Passaro si volta a sinistra e supera la soglia di un’altro ingresso già aperto, ripetendo al pubblico che sta vedendo il video: “Ragazzi siamo nella Cgil”. E’ il minuto 0:26. Per capire bisogna guardare almeno fino al minuto 0:38.
A metà del corridoio c’è un giovane uomo longilineo a dorso nudo, in pantaloncini grigi (forse una tuta), occhiali neri, testa rasata e una maglia avvolta intorno alla vita che forse si è appena tolto. Indossa in tutta fretta una nuova maglietta di colore nero e va incontro alla telecamera. Non sappiamo se si sia accorto di essere ripreso, probabilmente no. Mentre accade un secondo giovane uomo, con occhiali trasparenti, capelli corti e pantaloni neri sta facendo altrettanto, indossando una felpa nera con cappuccio. Guarda verso la telecamera ma non sappiamo se la vede.
Siamo al minuto 0.32. Si sentono le voci di più presenti. Non si comprendono bene le parole ma qualcuno sembra invitare a non riprendere. Si sente solo distintamente una reazione: “e perché?”. A quel punto i due giovani uomini entrano in una stanza laterale dove sono stati buttati a terra arredamenti, oggetti e vetri rotti sono sparsi sul pavimento. In fondo alla stanza c’è una finestra aperta. E’ probabile sia quella che alcuni manifestanti hanno forzato per entrare nella sede del sindacato. Verso la fine del video un altro uomo salta dalla finestra alzando con le braccia la bandiera della Cgil come trofeo.
Continua la videocronaca di Passaro ma la domanda nasce spontanea: chi sono i due che si cambiano i vestiti dopo l’irruzione alla sede della Cgil? Perché lo fanno? Non è usuale andare ad una manifestazione con vestiti di ricambio e indossarli durante un’irruzione. Le telecamere del sindacato che molto probabilmente riprendevano la folla, prima di essere divelte da un manifestante, sono posizionate all’ingresso della sede. Perché rivestirsi in modo diverso all’interno? Avevano paura di essere stati ripresi all’ingresso? Non volevano farsi identificare? Stesso volto, stesso abbigliamento? Chi sono? Perché si stanno muovendo in questo modo?
In rete si parla di infiltrati che avrebbero fatto degenerare la manifestazione. Fanno riflettere le parole di poche ore fa del massmediologo Carlo Freccero: “Ogni manifestazione No Green Pass è volutamente infiltrata. C'è un altro grave episodio da chiarire: le foto di un manifestante (in realtà sono due, ndr) che nei corridoi della Cgil si cambia d'abito per interpretare il ruolo del fascista". E conclude: "Il G8 del 2001 si ripete vent'anni dopo".
Il riferimento di Freccero è a quanto accaduto alle manifestazioni di Genova del 2001. Nei cortei vennero individuati numerosi infiltrati che prima e dopo la partecipazione agli scontri e alle devastazioni cambiavano continuamente vestiti, alcuni erano anche scesi da camionette delle forze dell’ordine. Una rete di provocatori arrivata in ogni punto delle manifestazioni per creare scontri.
Ieri si è presentato in Questura a Roma un agente infiltrato che aveva preso parte a quelli di Roma. Abbiamo raccontato qui la vicenda. Ampiamente ripreso, prima circonda insieme ai manifestanti un blindato della polizia in un piazzale, successivamente aggredisce insieme agli agenti un manifestante o presunto tale, prendendolo selvaggiamente a pugni mentre si trova già immobilizzato e a terra.