Covid, da Crisanti a Speranza: è in pericolo il senso stesso della Scienza

Da Einstein a Bohr, i grandissimi esploratori dell'ignoto erano sinceri e modesti. Chi invece della superstar Covid televisiva avete mai visto dubitare?

l'opinione di Paolo Diodati
Politica
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Covid, chi ha imposto la monoculare e politica scienza di governo non ha ancora capito il verso senso della Scienza 

Da "Stefan Màrinov, una vita contro Albert Einstein": “Ricordo le discussioni con Bohr (premio Nobel per la fisica nel 1922, n.d.A.) che duravano molte ore fino a notte inoltrata e terminavano lasciandoci in preda alla disperazione; e quando, al termine della discussione, me ne andavo a fare una passeggiata solitaria nel parco vicino, mi ripetevo più e più volte la domanda: è possibile che la natura sia così assurda come ci appare in queste esperienze atomiche?” (Werner Heisenberg, premio Nobel per la fisica nel 1932, Physics and Philosophy: The Revolution in Modern Science, New York, Harper & Brothers, 1962). 

Ecco la sincerità e la modestia che caratterizzavano i grandi, grandissimi, esploratori dell'ignoto di un secolo fa. Due collaboratori amici, entrambi premi Nobel: in preda alla disperazione, si facevano domande sull'apparente assurdità del comportamento della natura!

Chi, della celeberrima Sacra Quadrimurti  superstar covid televisiva, avete visto in preda, non per carità alla disperazione, ma almeno con un minimo di imbarazzo di fronte al mondo ancora sconosciuto, in cui l'improvvisa emergenza ci faceva trovare? Un minimo tormento, che avrebbe dovuto modificare a volte il loro sguardo, specchio dell'anima? 

E, da sottolineare, l'immensamente più complicato comportamento della natura animata: più difficile da scoprire con esperimenti ripetibili e dove non si dispone di campioni identici come nello studio di certe particelle! Bohr e Heisenberg, al loro posto, avrebbero scritto una collana di libri dal titolo Il nostro tormento.
 
Avevo notato un certo cambiamento proprio nello sguardo, un imbarazzo crescente, nel solo Crisanti.  Avevo previsto e l'ho scritto su Affaritaliani.it, che sarebbe stato il Dino Grandi del regime sanitario. Grazie a Speranza, indiscusso Asino d'oro 2020, il regime sanitario aveva esordito con il solenne "Spezzeremo le reni al Covid" e aveva anche trionfalmente annunciato d'aver vinto la guerra, descrivendosi, per la prima ma non ultima volta, come esempio da seguire. 

Ho poi scritto, sempre su questo giornale, la conferma che Crisanti era stato davvero il Dino Grandi del regime, precedendo di oltre tre settimane, lo stesso annuncio, fatto oggi, 28/11, in altri termini, da Maurizio Belpietro che preferisco al mitico Indro Montanelli, perché più preparato e stringente dal punto di vista scientifico.

Prego la Direzione di associare questo scritto, qualora fosse pubblicato, al mio commento sulla fondamentale lectio magistralis, tenuta alla Sapienza, in occasione dell'inaugurazione del presente anno accademico, dal premio Nobel Giorgio Parisi e dal titolo, di fondamentale importanza, "Il senso della Scienza".

Ecco: chi ha imposto la monoculare e politica scienza di governo (che quindi, non può essere Scienza)  non riesce ancora a capire quale debba essere il senso della Scienza.  E in questa tragedia, ingigantita appunto, da grossolani errori scientifici, è bene che la stampa parli con la dovuta serietà e l'indispensabile rigore, proprio del senso della Scienza cioè, del tema della lezione magistrale del neo premio Nobel.