Dazi di Trump all'Ue, Gentiloni avvisa Meloni: "Attenzione a rompere la compattezza europea"

L'ex premier: non rischiamo solo per il Parmigiano ma per il futuro dell'Occidente

di redazione politica
Paolo Gentiloni
Politica

Dazi, Gentiloni: "Rischiamo grosso, l'Europa deve restare unita"

Paolo Gentiloni si espone sui possibili dazi che gli Stati Uniti di Trump ha annunciato di voler infliggere all'Europa e manda un messaggio al governo e quindi alla premier Meloni: "Una linea americana unilaterale, ben oltre la guerra commerciale, - dice l'ex commissario europeo a Il Corriere della Sera - avrebbe come vittima collaterale l’Occidente non solo il parmigiano". L’ex premier è però convinto che ci siano margini per evitare una guerra dei dazi tra Europa e Stati Uniti che avrebbe conseguenze economiche e geopolitiche devastanti per tutti. Solo Ursula von der Leyen deve parlare con Trump. Punto. Tanto più se parliamo di politica commerciale, che è di competenza esclusiva della Commissione europea. Trump predilige rapporti bilaterali con i singoli Paesi, ma è consapevole di chi sia l’interlocutore in questa vicenda. Forse anche all’insaputa di molti, l’Ue è una superpotenza commerciale non inferiore neppure agli Usa. Da parte nostra dobbiamo prepararci a negoziare senza paura".

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"Ricordiamoci - prosegue Gentiloni a Il Corriere - che con i suoi 45 miliardi di euro di surplus, l’Italia costituisce solo il 20% del problema di Trump con l’Ue, con cui il deficit americano è di 210 miliardi di euro. Il ruolo di facilitatrice di Meloni? Può essere utile in una fase come l’attuale, dove non è ancora chiaro in che direzione si andrà. Penso che una guerra commerciale tra Europa e Stati Uniti si possa e si debba evitare. Ma se accadesse, il posto più pericoloso dove trovarsi sarebbe la terra di nessuno, tra due fuochi".

"Se invece Trump - prosegue Gentiloni - non cerca contropartite ma pensa davvero di riequilibrare la bilancia commerciale degli Usa, riducendo il deficit attraverso tariffe doganali, l’Europa dovrà reagire: come ha detto il cancelliere Scholz, ai dazi si risponde con i dazi. Il rischio politico - conclude - resta enorme. Ma non sposo la narrazione che in America c’è ormai una dittatura. Siamo di fronte a una presidenza “imperiale” molto più radicale del primo mandato di Trump, quando potevamo dire che il suo era un multilateralismo riluttante. Ora vuole ancora negoziare ma dettando lui i termini. Se questo diventasse un fatto duraturo, segnerebbe il declino dell’Occidente".

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