Ddl sicurezza, Consiglio d'Europa ai senatori italiani: "Fermatelo". La Russa: "Inaccettabile interferenza"

Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, ha inviato una lettera ai senatori italiani chiedendo loro di "astenersi" dall'adottare il disegno di legge sulla pubblica sicurezza

di Redazione
Ignazio La Russa
Politica

Ddl sicurezza, Consiglio d'Europa a senatori: "Fermatelo"

Il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, ha inviato una lettera ai senatori italiani chiedendo loro di "astenersi" dall'adottare il disegno di legge sulla pubblica sicurezza, a meno che non vengano apportate modifiche "sostanziali" per garantire che la proposta rispetti gli standard dei diritti umani stabiliti dal Consiglio d'Europa.

Va precisato che il Consiglio d'Europa, con sede a Strasburgo, non va confuso con il Consiglio dell'Unione Europea e il Consiglio Europeo, che sono due istituzioni dell'Unione Europea, con sede a Bruxelles. Il Consiglio d'Europa, che conta 46 Stati membri, tra cui l'Italia, è la principale organizzazione europea per la protezione dei diritti umani. O'Flaherty ha espresso preoccupazione riguardo al disegno di legge, temendo che alcune delle sue disposizioni possano ampliare in modo eccessivo gli interventi statali nelle assemblee pubbliche, anche contro chi partecipa pacificamente a proteste.

In particolare, il commissario ha criticato alcune norme specifiche del disegno di legge:

  • Articolo 14: Introduzione della fattispecie penale di "disturbo della circolazione stradale con il proprio corpo", punito con la reclusione da sei mesi a due anni se commesso da almeno due persone. O'Flaherty ritiene che questa norma possa criminalizzare comportamenti di protesta pacifica.

  • Articolo 11: Introduzione di un aggravante per i reati commessi in prossimità di stazioni ferroviarie e metropolitane. Secondo O'Flaherty, questa disposizione potrebbe portare a una restrizione eccessiva della libertà di azione nelle aree urbane.

  • Articolo 13: Estensione dei poteri della polizia di vietare l'accesso a determinate aree, come strade, ferrovie, aeroporti e altre infrastrutture, per un periodo fino a un anno. Il commissario teme che questa norma possa ridurre ulteriormente la libertà di movimento, anche in contesti di protesta.

  • Articolo 24: Introduzione di pene da sei a diciotto mesi di reclusione per il "deturpamento" di edifici o beni pubblici, se commesso con l'intento di danneggiare l'onore, il prestigio o il decoro di un'istituzione. Secondo O'Flaherty, questa disposizione potrebbe essere usata per punire manifestanti che danneggiano simbolicamente edifici pubblici durante le proteste.

  • Articolo 26: Introduzione del reato di ribellione nelle carceri, con pene da uno a cinque anni di reclusione, e da due a otto anni per chi promuove, organizza o dirige la ribellione. O'Flaherty sottolinea che la norma include anche la "resistenza passiva", il che potrebbe portare a punire anche azioni non violente o simboliche.

La risposta di Ignazio La Russa, presidente del Senato, non si è fatta attendere. La Russa ha definito "inaccettabile" l'invito di O'Flaherty a non votare il disegno di legge, sottolineando che la proposta è ancora in fase di esame nelle commissioni competenti e che qualsiasi interferenza esterna sarebbe prematura. Ha anche osservato che la lettera del commissario è giunta mentre si trovava in Bulgaria per una visita al contingente italiano in ambito Nato, e ha ribadito che il Parlamento italiano deve essere libero di prendere decisioni autonome senza pressioni da parte di organismi internazionali.

La Russa ha aggiunto che, su sua indicazione, la lettera di O'Flaherty è stata trasmessa al ministro per i Rapporti con il Parlamento, senatore Ciriani, poiché, in base alle prassi istituzionali, è il governo a intrattenere i rapporti con le istituzioni europee. La stessa missiva è stata inviata anche per conoscenza ai presidenti delle due commissioni parlamentari interessate.

Al di fuori degli atti ufficiali, La Russa ha dichiarato che la richiesta di O'Flaherty gli è sembrata non solo "irrituale", ma anche "contraria a qualsiasi principio democratico". Secondo il presidente del Senato, è inaccettabile che si tenti di condizionare la libertà dei senatori, sia di maggioranza che di opposizione, durante l'iter di formazione di una legge, come se i parlamentari non fossero in grado di valutare autonomamente i contenuti e le implicazioni della proposta.

 

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