Ddl Zan, De Petris: "I rilievi del Vaticano? Se confermati sono infondati"

La senatrice di Leu Loredana De Petris parla con Affari e si interroga sul "senso di una lettera inviata al Governo e tra l'altro così tardivamente"

di Paola Alagia
Politica
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Era da un po’ che si erano sopite, almeno pubblicamente, le “ingerenze” vaticane sulla vita politica italiana. I tempi del cardinale Camillo Ruini sembravano andati in soffitta, soprattutto con il pontificato di papa Francesco. E invece, il ddl Zan ha riportato i rapporti tra Stato e Chiesa al centro del dibattitto. Anzi, stavolta per recapitare il messaggio di Oltretevere – la violazione in alcuni contenuti del provvedimento dell’accordo di revisione del Concordato - è stata scomodata persino la diplomazia.

Seppure col passare delle ore le posizioni della Santa Sede sia siano chiarite e ammorbidite, la polemica ormai è esplosa con i partiti schierati su posizioni contrapposte. E con il segretario del Pd Enrico Letta, talmente colto di sorpresa dalle posizioni del Vaticano, da arrivare a rispolverare in mattinata persino un certo ‘maanchismo’ di veltroniana memoria. “Siamo  pronti a guardare i nodi giuridici, ma sosteniamo l'impianto della legge che è una legge di civilta'", ha infatti detto il numero uno del Nazareno. Salvo poi in qualche modo correggere il tiro e affermare su Twitter: "Abbiamo letto indiscrezioni oggi sul Corriere e attendiamo quindi di vedere i contenuti della nota della Santa Sede li' preannunciata. Ma abbiamo fortemente voluto il ddl Zan, norma di civiltà contro reati di odio e omotransfobia e confermiamo il nostro impegno a farla approvare".

Affaritaliani sulla vicenda ha interpellato Loredana De Petris, senatrice di Leu e presidente del gruppo Misto, che al nostro giornale dice subito: "Stiamo parlando in via ipotetica, perché la lettera del Vaticano non è stata resa nota e ci basiamo solo sulle indiscrezioni della stampa”. Ma se fossero confermate? In tal caso, risponde De Petris, “bisognerebbe dire che i rilievi del Vaticano sono del tutto infondati. Il testo chiarisce in modo inequivocabile che non c'è nessun attentato alla libertà di pensiero, anzi il richiamo all'art. 21 della Costituzione è quasi ridondante”. Ma la senatrice di Leu fa un’ulteriore riflessione e spiega: “Inoltre la legge non riguarda il Governo, essendo di iniziativa parlamentare ed è già stata discussa e votata dalla Camera. Insomma - conclude - non si capirebbe bene il senso di una lettera inviata al Governo e così tardivamente. Ma, ripeto, bisogna vedere cosa il testo dice realmente".