Letta, Zan, Borghi, Vito e Fratoianni: il confronto sul DDL finisce a insulti

La discussione sul DDL Zan esonda sui social network, con un livello di aggressività non particolarmente edificante

Claudio Borghi in aula (Lapresse)
Politica
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Si alza il livello dello scontro sul DDL Zan. Come se non bastassero i 672 emendamenti presentati oggi dalla Lega, la discussione esonda sui social network. Toccando livelli francamente non incoraggianti.

Ad accendere gli animi è un post del deputato leghista Claudio Borghi, il quale, rispolverando un classico del genere, se la prende con i giornalisti: “Terzo giornalista che chiama per sapere se sono vaccinato. Finora sono stato gentile, al prossimo parte il vaffanculo e la cancellazione dalla lista dei contatti. Perchè questi eroi la prossima volta che intervistano un LGBT non gli chiedono se è sieropositivo e se fa profilassi?”.

Inevitabilmente, la sua presa di posizione scatena numerosi commenti, tra cui quello di chi gli rimprovera: “L'Hiv la possono prendere pure gli eterosessuali, fenomeno. vergognati".

Tra chi commenta negativamente il post di Borghi c’è anche il segretario Pd. Enrico Letta scrive: "Coloro con i quali noi dovremmo negoziare e condividere norme contro la omotransfobia...", così da motivare con le posizioni del leghista la scelta dei Dem di proseguire dritti per la propria strada sul DDL Zan, evitando compromessi al ribasso, ma anche esponendosi al concreto rischio di un affossamento della legge. 

“Le parole di Borghi fanno ribrezzo. Ma i suoi colleghi di maggioranza non si devono scandalizzare più di tanto: la Lega è anche questa cosa qua. Da Salvini in giù”, twitta il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni.

In un effetto-cortocircuito, il dibattito torna in aula con Elio Vito, esponente di Forza Italia, che alla Camera attacca: "Claudio Borghi si deve scusare per le cose che ha scritto sui social. La Lega faccia pure ostruzionismo al ddl Zan, non lo approvi, ma ciò non toglie che basterebbe un minimo di buon senso per non dire certe scempiaggini".

Peggio ancora è il fatto che Borghi riceva delle minacce per via delle sue parole, certamente criticabili, ma che altrettanto certamente non giustificano nessun tipo di violenza, nemmeno verbale.

I protagonisti della vicenda a questo punto abbassano i toni? Tutt'altro. Alessandro Zan si complimenta con Letta per il suo post e aggiunge: "Prima di chiedere mediazioni sul #ddlZan, Salvini sia coerente e cacci #Borghi dal suo partito".

La risposta di Borghi è altrettanto dura: "Caro Zan dovrebbero cacciare te perché fai il parlamentare e non sai leggere. Io gli anni 80 li ho vissuti e trovo il pregiudizio di chi pensava omosessuale = sieropositivo altrettanto RIVOLTANTE E CRETINO di chi pensa che un non vaccinato = contagioso. Spero ancora si possa".

Al di là dei toni, la cosa più difficile da comprendere è perché due temi seri – sui quali certamente si possono avere opinioni differenti, ma non per questo meno degni di rispetto – debbano essere mescolati tra di loro, con nessi che francamente sfuggono alla ragione.