Elezioni, rieccolo: De Magistris ci riprova con Unione Popolare

Mandato in bianco da Conte e da Fratoianni

Di Giuseppe Vatinno
Luigi De Magistris
Politica
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Lo smacco da parte del leader 5 Stelle

 

Luigi De Magistris, già magistrato, ci riprova e scende in campo con la sua nuova formazione politica dal titolo sandinista di “Unione popolare”, composta anche da Potere al popolo e Rifondazione comunista, più qualche transfuga dei Cinque Stelle.

De Magistris ha detto di volersi candidare in cinque collegi plurinominali tra cui quello di Napoli, città in cui è stato sindaco per dieci anni dal 2011 al 2021, due consigliature, e dove può dare qualche fastidio a chi non lo ha voluto prendere a bordo.

Ultimamente però De Magistris non ha combinato granché, tanto che in Parlamento non è mai riuscito a sbarcare ed anche nel 2021, in Calabria, non solo non è diventato Presidente, ma è rimasto anche personalmente fuori dal Consiglio regionale.

Un vero smacco. Dopo questa batosta aveva detto di voler prendere un periodo di riflessione, che evidentemente è finita.

Fino a qualche giorno fa taceva misterioso, un po’ come Calenda, perché aveva inviato un messaggio a Giuseppe Conte, leader dei Cinque Stelle, e aspettava speranzoso una risposta. Aspetta oggi, aspetta domani, alla fine anche lui si è accorto di una terribile verità: Conte non solo non gli rispondeva, ma addirittura lo stava snobbando.

E non era certo la prima volta che i Cinque stelle lo trattavano così e lo mandavano in bianco. Infatti i rapporti tra l’ex magistrato e lo stesso Beppe Grillo sono sempre stati tesi e altalenanti, sebbene inizialmente fosse stato mandato in Europa dal 2009 al 2011, proprio grazie alla candidatura di Italia dei Valori con il sostegno delle “liste Beppe Grillo”, perché allora il Movimento non esisteva ancora.

Da allora De Magistris ha sempre cercato un rapporto stabile, strutturale, con il Movimento anche per una indubbia consonanza ideologica sui temi del giustizialismo e forse dell’ambientalismo.

Ma il matrimonio non si è mai consumato, provocando spesso risentimento reciproco.

L’ex sindaco di Napoli allora ha fatto un pensierino anche a Fratoianni che comunque rappresenta valori di sinistra comuni, ma anche lì ha ricevuto un sovieticissimo niet.

Anche perché al suo interno UP ha Rifondazione comunista da sempre in guerra con Sinistra italiana di Fratoianni stesso.

Ed è singolare notare come anche Ingroia abbia imbarcato i comunisti di Marco Rizzo, il che da un certo punto di vista può avallare una tesi cara al centro – destra di un “comunismo giudiziario”.

Resta il fatto che ora De Magistris dovrà raccogliere pure le firme sotto il sole rovente di questi giorni e il tempo è pochissimo. E poi, qualora ce la facesse a raccoglierle e potesse sottoporsi al giudizio degli elettori, dovrebbe superare lo sbarramento del 3%, una quota difficilmente raggiungibile per la sua micro formazione.