De Micheli segretaria, social spietati: “Così ci leviamo dalla p**** il Pd”

Pure Paola De Micheli si candida a segretaria del Pd e la Rete ipostatizzata dai Social si scompiscia dalle risate

Di Giuseppe Vatinno
Paola De Micheli
Politica
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Elezioni 2022, terremoto nel Pd: corsa alla segreteria, spunta anche l'ex ministra Paola De Micheli 

“Mi sveglio e subito una bella notizia: Paola De Micheli si candida alla successione di Letta. Così ci leviamo il PD dalle palle!” dice il titolo di un post su Facebook e i commenti sgorgano, come dire, naturalmente: “Potrebbe fargli fare la fine della cooperativa piacentina Agridoro. Non tutti piangerebbero!”. “Non hanno limite al peggio”. “Colei che voleva la pista ciclabile nel tunnel dello Stretto di Messina”. Insomma, la poveretta è stata letteralmente crivellata di commenti sarcastici al fulmicotone.

Certo che l’addio prossimo (mica tanto) venturo (si spera) di Enrico Letta ha eccitato soprattutto le femminucce d’assalto del partito con la ragazzetta Schlein subito impallinata al volo da Romano Prodi e con la De Micheli che ha sfoderato per l’occasione le sue famose “scollature da combattimento” (e guai a farlo notare che se no le accuse di sessismo partono a raffica), nonostante i primi disagi di stagione e con le temperature in picchiata. Ma si sa, il Nazareno val bene una scollatura.

Ci fa notare che ha un cv “fitto”, un bel davanzale, gli orologini fichetti al polso, i monili da Cleopatra di rappresentanza, la parlantina sciolta purtroppo inficiata da un pesante accento dialettale di un sindacalista della Bassa, le sopracciglia sottili ad arco a tutto sesto, i vestitini giusti. A proposito di vestitini la De Micheli è famosa per l’esposizione in parlamento nel 2014 di un bombastico vestitino rosso con forme anatomiche che non lasciavano nulla all’immaginazione e che scatenò il solito ampio dibattito culturale tra i maschi ingrifati italiani che la paragonarono addirittura a Maria Elena Boschi che se la legò al dito (la comparazione improvvida).

Un’altra volta Il Giornale le dedicò il seguente commento: “Usciva dalla Camera in tailleur pantalone nero, tacco 12 e camicetta bianca che metteva in evidenza generose forme”. Ma l’importante non sono le forme fisiche di cui la generosa Emilia l’ha saputa dotare in qualità non contestabili, ma il pensiero politico e il programma. E così l’ex ministro delle Infrastrutture nel Conte 2 ha fatto outing: “Ho 49 anni, un curriculum fitto e la voglia di spendermi in qualcosa di importante. Voglio puntare sui militanti, troppo spesso dimenticati, quando non umiliati, e sulla definizione della nostra identità. Chi siamo, questa deve essere la domanda chiave e dovrà essere un congresso diverso dagli altri. Faremo presto un’analisi della sconfitta elettorale. Nei prossimi giorni si chiariranno le disponibilità per la segreteria. Ma quel che conta è che il congresso sia fatto per ricostruire il partito, sulle idee, su cosa si vuole essere e su cosa si vuole fare".

Come si vede fuffa topologicamente e pervicacemente costruita sul nulla assoluto, senza dimenticarsi, naturalmente, dei poveri “militanti spesso dimenticati”. La De Micheli era nota ai tempi belli e peppinelli del governo come l’”amazzone di Letta” ma ora i rapporti si sono parecchio raffreddati visto che lei lo attacca con un “il suo Pd è quello dei messaggi mai netti” e la portavoce del segretario ne disconosce subito la candidatura. Riguardo alla candidatura della Schlein subito impallinata da Romano Prodi fa la faccia acida e dice: “Non la temo”. Siamo alla titanomachia.