Di Battista indirizza la sinistra: "Ok Conte e De Magistris, mai Letta". VIDEO

L'ex M5s: “Tra Letta e Conte tantissimi scelgono Conte”

Di Giuseppe Vatinno
Alessandro Di Battista
Politica
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Elezioni politiche 2022, Alessandro Di Battista e gli inviti a non votare Letta e Pd

Alessandro Di Battista, come noto, sta facendo politica fuori dalle istituzioni almeno fin quando – come dice - non ci saranno le condizioni per rientrare. Nel frattempo ha un nutritissimo seguito su Facebook, 1.5 milioni follower, e sul canale Youtube, oltre 105.000 iscritti; dopo le elezioni ha intenzione di fondare una “associazione culturale” che potrebbe essere l’embrione di un futuro Movimento. Nel video fa una completa disamina del perché non votare certi partiti anche se non dà mai esplicitamente indicazione di votare uno specifico partito e ci tiene a ribadire, come ha fatto la scorsa settimana a Bologna, che indicazioni di voto lui non ne ha mai date neppure quando era Deputato. Intanto il suo obiettivo principale è il Partito democratico di “occhi di tigre” Letta che è al centro di una disamina minuziosa. Il Pd è il partito dei tartinari radical chic, del “popolo della Ztl”, del popolo di Capalbio e degli attici dei centri storici.

Ed in effetti non gli si può dare molto torto analizzando l’involuzione ancorché antropologica prima ancora che politica di quello che fu il più grande e potente Partito Comunista occidentale. Certo, al suo interno furono accolti anche i democristiani di sinistra in quello che fu un piccolo compromesso storico, ma resta nell’immaginario collettivo il divario tra quello che si vede e quello che si dice. Il Pd è stato il partito che è riuscito nell’impresa di abolire l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, impresa che non era riuscita neppure a Confindustria e al Centrodestra unito e compatto.

E poi ci si chiede perché il Pd vince nei quartieri più prestigiosi e ricchi, come i Parioli a Roma, ma perde in tutte le periferie e specificatamente dove maggiore è la povertà, come nel “quartiere delle Torri”. Di Battista attacca Enrico Letta per la mancata alleanza con i Cinque Stelle di Giuseppe Conte, dopo che per molto tempo si era parlato di “campo largo”. Se c’era veramente un “pericolo fascista”, un pericolo per la democrazia, argomenta Di Battista, a maggior ragione Letta doveva chiudere una alleanza con Conte.

Il Pd – secondo l’ex deputato - ha condotto una inefficace campagna elettorale giocata sempre sulla semplificazione banale e cioè “volete la pace o la guerra?”, “il carbone o le rinnovabili?”, “state con Putin o con l’Europa?”, cadendo proprio in quel populismo che diceva fosse il tratto caratterizzante il Movimento Cinque Stelle. Poi –ancora- Il Pd ha “imbarcato” Di Maio compiendo un “atto ostile” proprio nei confronti del Movimento. Il Pd ha cercato di fare un’alleanza con Calenda e tutti hanno potuto vedere, in diretta dall’Annunziata- quello che è successo e la figuraccia fatta da occhi di tigre.

Di Battista ha ricordato anche il suo scontro qualche settimana fa da Floris con la Serracchiani che insisteva a dire che il Pd era il partito della Sanità pubblica, dell’Istruzione pubblica e delle fabbriche. Ci permettiamo di aggiungere che proprio il Pd ha iniziato la precarizzazione del lavoro grazie a Massimo D’Alema premier e ha portato alla intramoenia nella Sanità grazie a Rosy Bindi.

Di Battista ce ne ha anche per la Meloni che “cerca di imitare il Pd” e “strizza troppo l’occhio ai salotti buoni di Bruxelles e Washington”, per Salvini che “una volta girava per la Piazza Rossa con la maglietta di Putin”, per il duo Calenda – Renzi, per Berlusconi, “chi la vota più Forza Italia?”.

Tuttavia Di Battista verso la fine dell’intervista dice che un cittadino, non essendoci più la logica del voto utile potrebbe pensare “piuttosto che votare Letta voto Conte, o danno il voto a qualcun altro, non so Unione popolare per esempio”. Il ragionamento che fa l’ex grillino è che il cittadino di sinistra potrebbe pensare che non essendoci più il pericolo fascista -perché se no Letta avrebbe fatto un’alleanza con i Cinque Stelle- vota chi gli pare. “Tra Letta e Conte tantissimi scelgono Conte”.