Caso Diciotti, Salvini e Meloni contro i giudici. La presidente della Cassazione: "Insulti inaccettabili"

Scontro governo-magistratura. Meloni e Salvini contro la decisione dei giudici. La presidente della Corte Cassano dopo le polemiche: "Inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto"

di redazione politica
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Piantedosi: "Sentenza si può commentare, io non la condivido"
 

"Le sentenze giudiziarie si rispettano ma si possono commentare, con profondo rispetto eseguiremo questa sentenza della Cassazione ma non la condivido affatto, proprio conoscendo nella profondità quel caso". Così il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi in merito alla sentenza della Cassazione sul caso Diciotti. "Le sentenze, anche quelle autorevoli della Cassazione, si rispettano ma sono commentabili, in qualche modo giudicabili e da parte mia non condivisibili".

Ho letto ampi stralci della sentenza - ha aggiunto Piantedosi. Io ricordo che ci fu un giudizio del Senato secondo cui la vicenda era riconducibile al perseguimento di un interesse pubblico svolto nella funzione ministeriale. Ricordo di aver letto affermazioni sulla necessità del diritto della salvezza delle persone in mare ma quelle persone erano state salvate dallo Stato italiano in acque sar maltesi. Il diritto era stato abbondantemente rispettato anche oltre gli obblighi. E diverso ancora è il discorso della gestione dei sei giorni per cui fu tenuta la nave nel porto di Catania per una serie di motivi di legittime scelte di chi gestiva all'epoca la situazione".

Caso Diciotti, Nordio: "Perplesso sulle conseguenze della Cassazione" 

 "Le sentenze si eseguono, si rispettano e poi si possono commentare. Sono un po' perplesso sulle conseguenze che una simile intepretazione del diritto può avere, perché in Africa forse premono milioni di migranti, gestiti da organizzazioni criminali ,che aspettano di arrivare in Italia soltanto in base alle convenienze di questi gruppi e alla capacità degli Stati limitrofi di fermarli. Se introducessimo il principio che queste persone hanno risorse e risarcimenti finanziari le nostre finanze andrebbero in rovina". Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio in merito alla sentenza della Cassazione sul caso Diciotti.

Caso Diciotti,  Anm: "Attacchi irrispettosi per la separazione dei poteri"

Ancora una volta inspiegabile è la distanza tra il riconoscimento dei principi e l'applicazione degli stessi. Ora anche le decisioni delle Sezioni unite della Corte di Cassazione sono oggetto di attacchi ingiustificati, senza alcun rispetto per la separazione dei poteri. Ogni volta che una decisione è sgradita, viene collegata ad una valutazione ideologica. La Giunta dell'Anm non può che ribadire ancora una volta che la separazione dei poteri è un fondamento della civiltà giuridica, ed esprime solidarietà ai colleghi della Suprema Corte". Così la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati, in merito alle polemiche generate della sentenza della Cassazione sul caso Diciotti. 

Caso Diciotti, la presidente della Cassazione: "Insulti inaccettabili"


"Le decisioni della Corte di Cassazione, al pari di quelle degli altri giudici, possono essere oggetto di critica. Sono invece inaccettabili gli insulti che mettono in discussione la divisione dei poteri su cui si fonda lo Stato di diritto". Lo afferma la prima presidente della Corte, Margherita Cassano, dopo le polemiche in seguito alla sentenza sulla Diciotti. 

Caso Diciotti, Cassazione: il governo dovrà risarcire i migranti

Via libera al risarcimento per un gruppo di migranti a cui, dal 16 al 25 agosto del 2018, fu impedito di sbarcare al porto di Catania dalla nave Diciotti della guardia costiera che li aveva soccorsi in mare al largo di Lampedusa. È stato deciso dalle sezioni unite della Cassazione che, condannando il governo, ha rinviato il procedimento a un giudice per stabilire la quantificazione del danno.

Nell'istanza, in particolare, si chiedeva la condanna del governo italiano a risarcire i danni non patrimoniali provocati dalla privazione della libertà. Sul piano penale il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, mise sotto inchiesta l'allora ministro dell'Interno, Matteo Salvini, e l'attuale titolare del dicastero Matteo Piantedosi, allora suo capo di gabinetto.

Il caso fu poi trasmesso a Catania per competenza territoriale e la Procura etnea chiese l'archiviazione. Il tribunale dei ministri, tuttavia, la respinse chiedendo al Senato l'autorizzazione a procedere per il leader della Lega che venne negata. Il processo, quindi, non si celebrò mai.

Quasi immediata la replica di Giorgia Meloni su Facebook. "In sostanza, per effetto di questa decisione, il Governo dovrà risarcire – con i soldi dei cittadini italiani onesti che pagano le tasse – persone che hanno tentato di entrare in Italia illegalmente, ovvero violando la legge dello Stato italiano", ha dichiarato la premier. Ecco il post completo:

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