Fusaro: "Verso la nascita del fronte del dissenso unificato". Intervista
Parla il filosofo vicino ad Ancora Italia
Fusaro: "Ora va coinvolto anche Paragone"
Abbiamo raggiunto al telefono Diego Fusaro, filosofo vicino ad Ancora Italia che però - va precisato - non esprime la linea politica del partito. Fusaro esprime la sua opinione sulla possibile cooperazione di Ancora Italia con il Partito Comunista di Rizzo e con Riconquistare la sovranità di D'Andrea in funzione oppositiva rispetto alla Nato e all'imperialismo USA.
Come mai questa alleanza, Fusaro?
"Sono felice di vedere finalmente uno sbocco pratico alla mia visione filosofica delle cose. Gramscianamente, la filosofia si invera nella prassi cioè nella modificazione del mondo. Con buona pace del potere, che ci vorrebbe resilienti, cioè tali da subire tutto in silenzio. Questa alleanza con Rizzo ed Andrea mi pare eccellente, perché l'opposizione al imperialismo statunitense e alla Nato è un punto fermissimo del mio programma filosofico, così come già l'avevo espresso nel mio testo "Il futuro è nostro" del 2014. Rizzo e D'Andrea sono interlocutori seri, persone con cultura ed esperienza. Gli interlocutori ideali insomma".
È il primo passo verso la creazione di un fronte del dissenso unificato?
"Auspicabilmente sì. Occorre però fare molta attenzione quando si creano "fronti": come mi piace sempre ricordare, si dice spesso che se la casa è in fiamme non bisogna chiedere il documento ai pompieri che ci passano i secchi ma semplicemente collaborare in vista della Liberazione; tutto vero, naturalmente, tuttavia è sempre bene sincerarsi che il pompiere accanto a noi ci stia passando un secchio contenente l'acqua e non la benzina... Fuor di metafora, il cosiddetto fronte del dissenso è pieno di partiti sgangherati, che a giuste istanze ne uniscono di fallaci, o che semplicemente sono contro senza avere una visione del mondo. Molti sono contro in maniera sbagliata, non ragionata, soltanto di pancia".
Dopo Rizzo e D'Andrea, chi andrebbe coinvolto?
"Gianluigi Paragone, in primo luogo. Sta conducendo una battaglia giusta, in maniera seria, con ampi consensi, ampiamente meritati. Inoltre è perfettamente organico sul piano teorico al fronte del dissenso per quel che concerne l'opposizione alla "gabbia" dell'Unione Europea (che peraltro in Italia fu tra i primi a criticare) e al Leviatano tecnosanitario del regime terapeutico".
Con l'accostamento a Rizzo Ancora Italia si dimostra partito di sinistra?
"Ancora Italia è fermamente al di là di destra e sinistra. Del resto lo stesso Marco Rizzo più volte ha detto di essere comunista ma non di sinistra, e questa formula mi pare eccellente. Destra e sinistra sono varianti del medesimo, oggi; rappresentano ugualmente l'interesse del capitale e dell'Alto: noi dobbiamo essere invece l'interesse del basso contro il capitale, dei lavoratori contro i padroni, delle nazioni oppresse contro l'imperialismo statunitense. Ancora Italia supera le vecchie dicotomie perché è indefinibile secondo le vecchie categorie ormai obsolete della politica: difende il lavoro contro il capitale e difende la spiritualità contro lo sterile nichilismo; difende multipolarismo contro l'imperialismo e difende l'identità contro l'omologazione; difende lo spirito critico contro il pensiero unico e difende la vita contro il clima di morte che si respira oggi in occidente; difende i popoli oppressi e le nazioni oppresse contro l'imperialismo statunitense; è per la nazione e contro il nazionalismo, vede nella Cina e nella Russia due baluardi di resistenza contro il monopolarismo statunitense".
Qual è il vero principio identificante di ancora Italia?
"La cultura, Intesa in senso gramsciano come Acquisizione di consapevolezza e come momento fondamentale del conflitto politico. Ancora Italia vuole essere partita dei colpi, intesi però non come abitatori della torre d'Avorio: i colti che agiscono nella società e per la società, secondo la missione del dotto teorizzata a suo tempo da Fichte".
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