Divorzio, cinquant'anni fa il referendum che ne sancì la conquista

La vittoria del "no" ribadì la laicità della Repubblica. A distanza di 50 anni c'è purtroppo da prendere atto che si è smarrita questa battaglia

di Carlo Patrignani
Politica

Divorzio, cinquant'anni fa il referendum che ne sancì la conquista: la vittoria della laicità dello Stato

Caro direttore, mi è venuto di scrivere 'la memoria-fantasia dell'esperienza vissuta' 50 anni fa: la straordinaria conquista del divorzio, diritto civile inalienabile seguito poi dall'aborto terapeutico.
"Preferisco parlare da solo e rifiutare un dibattito con un esponente del Msi-Dn". Così iniziò il suo intervento solitario l'Ingegnere azionista Riccardo Lombardi, chiamato a una tribuna politica sul referendum abrogativo della legge Fortuna-Baslini promosso dalla Dc, sostenuto dal Vaticano e appoggiato dalle destre, il Msi-Dn in testa, per un contraddittorio con l'esponente della Fiamma, Pino Rauti.

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"La Costituzione sancisce di manifestare liberamente il proprio pensiero [..] ma sul terreno democratico che è l'accettazione incondizionata dei valori della Resistenza" di cui Lombardi, primo prefetto di Milano liberata dal nazi-fascismo, fu uno dei maggiori protagonisti. "Siamo disposti al dibattito, anzi lo sollecitiamo con tutti - proseguì - anche con coloro che sono stati fascisti nel passato, ma non con coloro che agiscono da fascisti servendosi della libertà conquistata il 25 aprile per distruggerla". Parole chiare e non equivoche. "E' per questo che con il Msi-Dn non abbiamo nulla da dire e nulla da ascoltare", sottolineò il partigiano Rio che pretendeva il principio inviolabile del riconoscimento della legittimità della Repubblica, la cui integrità riaffermò nel suo ultimo intervento (1983) in Parlamento quando si oppose al 'pietismo' sulle vicende di casa Savoia con cui si cerco' (legge Mammi'-Bozzi) di accontentare re Umberto smanioso di tornare in Italia. E nel merito del referendum abrogativo del divorzio precisò: "la vita cristiana non può essere imposta per legge [...] l'indissolubilità del matrimonio è una virtù eccezionale, fuori del comune, un atto eroico [...] un modello che non può essere imposto per legge e perchè poi solo nel campo della famiglia? Perchè solo nel campo matrimoniale si vuole coartare, imporre con la forza della legge una virtù, un modello eccezionale? Non ho mai sentito dire che la Dc si proponga di introdurre una legge che obblighi i ricchi a spogliarsi dei loro beni per darli ai poveri". Nonostante i forti dubbi del Pci, che cercò di evitare lo scontro con il Vaticano e la Dc, "so che per evitarlo si stanno escogitando diversi marchingegni: ma sono tutti umilianti sia per i divorzisti che dovrebbero subirli, sia per quella parte della Dc che li ispira", il fronte del No riuscì nell'impresa di dotare il Paese di una legge civile. La vittoria del No ribadì la laicità della Repubblica. "Ciò comporta il rifiuto dell'egemonia di un confessionalismo di ritorno esercitato dal Vaticano - fu la sua analisi del voto - Noi non dobbiamo vergognarci del nostro 'anticlericalismo' se con ciò s'intende la battaglia per la laicità dello Stato". A distanza di 50 anni c'è purtroppo da prendere atto che si è smarrita la battaglia per la laicità dello stato, per il diritto delle persone di vivere la loro vita privata in totale libertà, fuori da ogni modello prestabilito ed imposto da istituzioni religiose, confessionali, clericali.

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