Dl Carceri, dubbi della maggioranza: i temi caldi. Vertice Meloni-Nordio durante il voto: è giallo

Passa la linea di FdI E Lega: rafforzamento delle misure di sicurezza ma FI protesta: non c'è nulla sul sovraffollamento

di redazione politica
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Dl Carceri, il nodo del sovraffollamento delle carceri. Il retroscena

La maggioranza di governo, attraverso il voto di fiducia, blinda il testo sul Dl Carceri che adesso è legge. Ma non c'è accordo totale tra gli alleati. Il documento finale viene riscritto più volte e nell'ultima stesura ufficiale, quella che viene votata in Parlamento, c'è solo la norma che rafforza la sicurezza degli istituti penitenziari, ma non si interviene - riporta Il Corriere della Sera - sulla sofferenza dei detenuti dovuta al sovraffollamento. L’argomento nella maggioranza scotta: Forza Italia ha un tavolo aperto con il Partito radicale per arrivare a misure drastiche di intervento sul gap strutturale di posti negli istituti di pena, ha proposto misure contro il sovraffollamento, ma finora Lega e Fratelli d’Italia si sono resi disponibili solo ad approvare norme per dare maggiori garanzie alla polizia penitenziaria, maggiori risorse umane e finanziarie, ma — lamenta l’alleato — senza misure incisive sul problema dei suicidi, delle rivolte, di condizioni di vita che molto spesso non sono degne di un Paese civile.

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Mentre in Aula si vota il Dl Carceri, però, il ministro della Giustizia Carlo Nordio non si trova ai banchi del governo. Il Guardasigilli è a palazzo Chigi dalla premier Giorgia Meloni a discutere di istituti penitenziari e di come cambiare le norme sulla custodia cautelare. Con loro ci sono i ministri Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e tutti i rappresentati della maggioranza che si occupano di giustizia. Qualcosa non va se, - riporta La Repubblica - se nel momento in cui un provvedimento sta per diventare legge, viene convocato un super vertice per discutere proprio delle norme che stanno per ricevere il via libera definitivo.

La versione fornita dai partecipanti alla riunione parla della necessità di un punto sui prossimi "passi da fare" per affrontare l’emergenza carceri che "resta una priorità". Risuona un po' come un'ammissione di colpa, dal momento che il testo in questione agisce molto poco, per non dire affatto, sull'alleggerimento degli istituti penitenziari sovraffollati, che in poco più di sette mesi hanno visto 66 suicidi. Nel frattempo il Guardasigilli fa sapere di "aver prospettato a Meloni soluzioni a breve e medio termine per il sovraffollamento carcerario". Soluzioni evidentemente non presenti nel decreto approvato. E "su questo tema chiederò un incontro al presidente della Repubblica - dice il titolare di via Arenula - che ha sempre manifestato grande attenzione al riguardo".