Dossieraggio e conto di Meloni spiato, FdI all'attacco: "C'è un mandante"
Rampelli ad Affari: "La Magistratura sia severa e implacabile"
"In questo caos la sinistra non s’indigna e non protesta, sembra assolvere chi rovista tra i conti correnti del Capo del governo e di altri parlamentari"
"L’Italia va rimessa in piedi non solo da un punto di vista economico, anche da un punto di vista morale. Vanno ricostruite gerarchie e rapporti, interrompendo conflitti tra organi dello Stato ormai sedimentati". Fabio Rampelli, vice-presidente della Camera di Fratelli d'Italia, risponde alla domanda di Affaritaliani.it in merito ai dossieraggio sui conti correnti di Giorgia Meloni, della sorella Arianna e di molti ministri e altri personaggi pubblici. Potrebbe esserci un mandante dietro? Si aspetta che la Magistratura faccia piena chiarezza su quanto accaduto?
"Complice anche l’abolizione dell'immunità parlamentare. I politici sono diventati un piatto ricco, fanno clamore e rendono mediaticamente più di quanto pesino. Squilibri come le ciliegie, l’una chiama l’altra, così chi ha una divisa vale quanto chi rompe vetrine e rovescia auto, chi imbratta i muri diventa un artista creativo, chi occupa appartamenti fa giustizia dell’emergenza abitativa, chi s’introduce nei nostri confini ne ha diritto perché siamo ‘cittadini del mondo’...".
"In questo caos la sinistra non s’indigna e non protesta, sembra assolvere chi rovista tra i conti correnti del Capo del governo e di altri parlamentari, non protesta, proprio come ha lasciato scorrere la vicenda altrettanto grave del sig. Pasquale Striano, tenente della Guardia di Finanza che ha schedato migliaia di persone senza averne mandato. Perché? Entrambe le vicende, seppur diverse, hanno l’obiettivo di ricattare, spiare per condizionare. Penso ci sia un mandante, escludo che ci si possa esporre così per diletto e mi aspetto che la Magistratura, proprio per recuperare quel ruolo terzo che la Costituzione le affida, faccia giustizia e sia severa e implacabile. In questa crisi di sistema, la politica è così tanto 'svillaneggiata' che un impiegato di banca qualunque non ha timore di rovistare tra i conti correnti delle più alte cariche dello Stato", conclude Rampelli.