Dossieraggio, il giallo delle copie distrutte: 331 accessi su una sola persona. Foti (FdI): "C'è una manina straniera"

Spiati i conti di politici e vip/ Le bugie dello spione Coviello e quella strana mania. Il partito di Meloni teme ci sia dietro qualche paese straniero

di redazione politica
Giorgia Meloni e Tommaso Foti
Politica

Dossieraggio, i sospetti di FdI sulla "manina straniera"

Emergono nuovi dettagli su Vincenzo Coviello e la nuova inchiesta sul dossieraggio aperta in seguito alla scoperta degli oltre 6mila accessi abusivi fatti dal bancario di Bitonto (Bari) e che coinvolgono anche mezzo governo, compresa la premier Giorgia Meloni e i suoi familiari. Gli inquirenti vogliono andare a fondo sulla questione e smascherare fino in fondo Coviello, che ha detto cose non vere sulla questione e che si teme possa nascondere anche altro. In particolare le indagini si concentrano sulle copie distrutte di questi documenti e su alcune particolarità. A cominciare - riporta Il Corriere della Sera - dal nome sul quale ha effettuato più ricerche, pure nell'arco della stessa giornata: si tratta di F.F., un signore pressoché sconosciuto sul quale l’ormai ex impiegato della filiale pugliese ha effettuato ben 310 accessi nell’anno e mezzo esaminato dall’indagine disciplinare della banca. Quando gliene è stata chiesta ragione, Coviello ha detto di non ricordare, e di non conoscere quella persona. In realtà sarebbe un cliente della sua attività di commercialista.

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Una versione inevitabilmente fragile e sospetta. Al pari delle rassicurazioni fornite quando gli hanno domandato il motivo di decine e decine di intrusioni sui conti aperti presso filiali del Centro e Nord Italia, e dunque - prosegue Il Corriere - lontane dal territorio in cui lavorava l'impiegato. Il quale s’è limitato a confermare di non aver mai utilizzato i dati visionati o raccolti, né di averli "trasmessi, comunicati o divulgati a soggetti terzi in qualsivoglia forma". Ha anche ribadito di non aver fatto copia di ciò che ha consultato "e se lo avessi fatto di avere proceduto alla loro distruzione".

"Certamente - dice a La Verità il capogruppo di FdI alla Camera Tommaso Foti - non si tratta dell’iniziativa individuale di un curiosone incallito, come si poteva supporre all’inizio. Anche la Procura inizia a ipotizzare che questa spia fosse in contatto con terzi. Chi siano questi terzi è un quesito che potrà risolvere solo l’autorità giudiziaria. Sono indignato, perché il fatto è gravissimo. Striano avrebbe eseguito una quarantina di accessi, ma qui le proporzioni sono ben maggiori: parliamo di centinaia di migliaia di dati, una mole di documenti sensibili impressionanti. È il più grosso scandalo della storia della Repubblica, i nostalgici del vecchio scandalo Sifar oggi impallidiscono. Qui c'è più di una manina. Ci sono manine nazionali, e magari anche qualcuna internazionale".

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