Draghi al Quirinale, elezioni nel 2022. Svolta Letta dopo le Amministrative

Conte presidente del Senato, Bersani 'pontiere' tra M5S e i centristi Renzi-Calenda. Il piano del leader del Pd

Di Alberto Maggi
(fonte Lapresse ) Letta  Draghi
Politica
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Archiviate le elezioni amministrative, con la netta vittoria del Pd e del Centrosinistra, sono partiti ufficialmente i giochi per il Quirinale. Ora l'attenzione della politica e del Palazzo è tutta sull'elezione del successore di Sergio Mattarella. E il primo punto è proprio il Capo dello Stato uscente. Dal Colle, spiegano fonti qualificate ad Affaritaliani.it, continuano ad arrivare segnali "inequivocabili" di indisponibilità al bis, che fanno seguito a quelle foto "rubate" di Mattarella che cercava casa a Roma.

La Lega si sta già muovendo, ovviamente dietro le quinte, con Roberto Calderoli che, su input di Matteo Salvini, si sarebbe già messo in contatto con Enrico Letta. E il grande kingmaker della partita del Quirinale, nonostante gli scarsi numeri parlamentari, è proprio il segretario del Partito Democratico. Diverse fonti oggi convergono sull'ipotesi che il leader Dem, alla luce dell'esito dell'ultima tornata elettorale, stia iniziando ad accarezzare l'idea di eleggere Mario Draghi presidente della Repubblica per andare alle elezioni politiche tra aprile e maggio del prossimo anno. Il premier, spiegano fonti politiche, non si proporrà mai per il dopo-Mattarella, ma se venisse candidato da un ampio schieramento non si tirerebbe indietro.

E il nome dell'ex presidente della Banca Centrale Europea è l'unico in grado di tenere unita questa strana e variegata maggioranza e far convergere anche i voti dell'unica opposizione strutturata in Parlamento, quella di Fratelli d'Italia. Al Centrodestra, come spiegato ieri Affaritaliani.it, conviene che Draghi diventi Presidente e che si vada alle urne nel 2022 perché se si continuasse con la divisione attuale - due partiti al governo e uno all'opposizione - la sconfitta nel 2023 diventerebbe non solo possibile ma anche probabile. E la candidatura di Silvio Berlusconi, quel "sogno" di Antonio Tajani in cui crede davvero l'ultimo democristiano in Parlamento, Gianfranco Rotondi, viene bollata come "candidatura di bandiera" anche da molti parlamentari di Lega e FdI con cui Affaritaliani.it ha parlato questa mattina.



Non a caso questa mattina Letta ha ribadito che "la coalizione ampia è vincente", segno che la strada è quella: costruire una sorta di nuovo Ulivo, a guida Pd, che vada dai 5 Stelle di Giuseppe Conte fino ai centristi di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Un progetto nel quale, spiegano fonti Dem, gioca un ruolo chiave Pierluigi Bersani, una sorta di collante che dovrebbe aiutare Letta e i vertici del Pd a tenere insieme i pentastellati e i centristi. "Il potere logora chi non ce l'ha", sottolineano dal Nazareno, "e senza una riforma proporzionale alla fine Italia Viva e Azione, ma anche +Europa, capiranno che servirà un'intesa ampia per fermare Salvini e Meloni".

In questo scenario Letta stesso sarebbe il naturale candidato premier come costruttore e federatore di un rassemblement di Centrosinistra che si apre alle istanze ecologiste e liberaldemocratiche. Serve però un "contentino" a Conte e dal Pd già spiegano che per l'ex presidente del Consiglio sarebbe pronta la poltrona di presidente del Senato, in caso ovviamente di vittoria elettorale. La poltrona di seconda carica dello Stato darebbe al M5S e al suo leader un peso significativo nelle istituzioni, isolando le voci contrarie come quella dell'ex sindaca di Roma Virginia Raggi.

Ovviamente per l'altro uomo forte del Movimento, Luigi Di Maio, sarebbe pronta la conferma nella squadra di governo, forse sempre alla Farnesina come ministro degli Esteri. Il quadro si chiude con il ruolo determinante di Draghi al Quirinale che accompagnerebbe il governo Letta in Europa nell'attuazione e nell'implementazione del Pnrr. Insomma, l'effetto Amministrative si sta già facendo sentire con Letta che ha aperto allo schema finora sostenuto da Giorgetti e Meloni di Draghi presidente della Repubblica ed elezioni nel 2022. Altrimenti, escluso il Mattarella-bis, il pericolo è quello di un'impasse clamorosa a febbraio che potrebbe bloccare il Parlamento per settimane.