Draghi conferma le dimissioni? Dipende...dai partiti che non sanno che fare

Ciò che emerge da Palazzo Chigi è la mancanza di chiarezza da parte delle forze politiche e dei loro leader

Politica
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"Dipende...". Una risposta da cui si capisce la grave incertezza che regna su questa crisi anche dal punto di vista di Palazzo Chigi


Mercoledì 20 luglio 2022, il giorno del giudizio. Alle ore 9.30 Mario Draghi in Senato per le sue comunicazioni dopo la rottura del M5S sul Dl Aiuti e le dimissioni del premier respinte dal Presidente Sergio Mattarella. Gli appelli arrivati da quasi 2.000 sindaci, da diversi presidenti di regione, da categorie produttive e dalle cancellerie europee hanno convinto SuperMario a tornare sui suoi passi e a restare a Palazzo Chigi fino al termine della legislatura? Chi ha parlato con i piani alti di Palazzo Chigi spiega che la risposta di Draghi a questa legittima domanda è: "Dipende...". Una risposta da cui si capisce la grave incertezza che regna su questa crisi anche dal punto di vista di Palazzo Chigi.

Ma dipende da che cosa? Da ciò che vogliono davvero i partiti e i loro leader. In sostanza, alla vigilia del D-day per esecutivo, maggioranza e legislatura, ciò che emerge da Palazzo Chigi è la mancanza di chiarezza da parte delle forze politiche e dei loro leader. Vogliono andare avanti? Vogliono le elezioni? Il susseguirsi delle ore scandisce sulle agenzie di stampa un continuo flusso di segnali cifrati, diktat, semi-ricatti e provocazioni. La risposta "dipende" che arriva dall'entourage del premier è la cifra della confusione tra i partiti e nei partiti. Non solo non è chiaro che cosa vogliano esattamente le forze di maggioranza, ma anche al loro interno, i partiti, come dimostrano plasticamente M5S, Lega e Forza Italia, ci sono divisioni e sfumature che non consentono a Draghi di avere un quadro chiaro della situazione.