Draghi premier dopo le elezioni. Retroscena choc alla vigilia delle elezioni
Elezioni, il Centrodestra delude? Draghi torna a Chigi. Come Mattarella, il suo no al bis vuol dire sì
Quella similitudine tra Draghi e Mattarella, ricordate i tanti i no del Presidente al secondo mandato? Poi è tornato al Quirinale...
Mario Draghi come Sergio Mattarella. Uguale. Preciso. Speculare. Quante volte il presidente della Repubblica ha detto, stradetto e ribadito che non sarebbe stato disponibile a un secondo mandato al Quirinale? Tantissime. Probabilmente servirebbero venti mani, e quindi cento dita, per segnarle tutte. Come è finita? Sul Colle più alto della Capitale c'è Mattarella. Allo stesso modo - fonti autorevoli del Terzo Polo formato da Azione-Italia Viva, il premier non poteva fare altro che rispondere la settimana scorsa in conferenza stampa su decreto aiuti da 14 miliardi di euro "no" alla domanda se sia ipotizzabile un suo ritorno a Palazzo Chigi dopo le elezioni del 25 settembre. Risposta di facciata, risposta quasi ovvia, scontata.
Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, sia Carlo Calenda sia Matteo Renzi sono convinti, certi e sicuri al 100% che laddove, soprattutto a Palazzo Madama, non dovesse uscire un risultato chiaro e soprattutto la maggioranza di Centrodestra venisse a mancare mancare per un solo voto, la carta Draghi è lì, pronta da utilizzare. "Chiusa la campagna elettorale e a risultati acquisiti cambierà il mondo", spiegano dal Terzo Polo. Al momento per gli osservatori un governo di Centrodestra a guida Giorgia Meloni resta l'ipotesi A, ma il combinato disposto della presunta crescita al Sud del Movimento 5 Stelle - così si dice - e qualche piccola, piccola preoccupazione nel Cdx sull'esito elettorale (visto anche gli errori in passato dei sondaggisti) fa sperare Calenda e Renzi in un Senato senza maggioranza.
E a quel punto? Con la crisi energetica e il caro-bollette a tutto gas (e luce) e l'inverno (gelido) alle porte, arriverebbe l'ennesimo appello al senso di responsabilità di Mattarella, anche per non perdere i soldi del Pnrr ed evitare l'esercizio provvisorio. E così, come d'incanto, il "no" di Draghi diventerebbe probabilmente un "sì". Sempre nel nome del senso di responsabilità, considerando anche il contesto geopolitico internazionale e in particolare la guerra tra Russia e Ucraina.