Draghi presidente del Consiglio europeo. Spinto da Macron, ok di Meloni e...
L'ex premier italiano potrebbe fare pressing sulla Bce per accelerare sul taglio dei tassi
Draghi alla presidenza del Consiglio europeo al posto del belga Charles Michel. Una soluzione che prende sempre più quota
Mario Draghi presidente del Consiglio europeo da luglio, dopo l'insediamento del nuovo Parlamento Ue a seguito delle elezioni dell'8-9 giugno, al posto del belga Charles Michel. E' l'ipotesi al momento più probabile dopo la ricandidatura da parte della Cdu-Csu tedesca, quindi del Partito Popolare Europeo, alla presidenza della Commissione europea di Ursula von der Leyen. L'ex presidente del Consiglio italiano - secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it - ha il pieno sostegno dell'inquilino dell'Eliseo, Emmanuel Macron.
Draghi, che non è espressione di nessuna forza politica ma un tecnico (ex presidente della Bce), per la Francia è un punto di equilibrio e un contrappeso rispetto alla Germania che avrà nuovamente la guida dell'esecutivo Ue. Non solo. L'ex premier italiano conta sulla fiducia e il sostegno di tutti i Paesi del Sud-Europa e di molti di quelli dell'Est, escluse Ungheria e Polonia.
Giorgia Meloni, che vuole giocare la partita europea del dopo-voto da protagonista, non avrebbe nulla da eccepire anche perché con Draghi presidente del Consiglio non viene meno un commissario a Fratelli d'Italia, cosa che invece accadrebbe con Draghi alla guida della Commissione. Non solo. Con SuperMario in un ruolo chiave e viste le sue politiche espansive quando era ai vertici della Bce potrebbe fare pressioni sulla presidente Christine Lagarde affinché acceleri con il taglio dei tassi di interesse, fondamentale per l'Italia vista il peso enorme del debito pubblico. E una riduzione del costo del denaro non dispiacerebbe affatto nemmeno al presidente francese e neppure (nonostante i falchi della Bundesbank) al Cancelliere Scholz con la Germania in piena recessione.
E ancora. Draghi avrebbe anche il via libera del Pd di Elly Schlein, oltre che di Calenda e Renzi - come confermano fonti Dem autorevoli (ma non del Movimento 5 Stelle) -, e così la presidente del Consiglio eviterebbe un socialista alla presidenza del Consiglio (il Pse probabilmente, ma dipenderà dai numeri, si dovrà accontentare della guida del Parlamento Ue).
Infine, altro punto fondamentale, l'autorevolezza internazionale di Draghi sarebbe fondamentale sia sul fronte della guerra tra Russia e Ucraina sia sul conflitto in Medio Oriente. E l'ex premier italiano sarebbe anche un ottimo contrappeso del Vecchio Continente in caso di rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, anche e non solo sulla questione della Nato esplosa negli ultimi giorni con le parole di fuoco dell'ex presidente Usa contro i Paesi inadempienti verso l'Alleanza atlantica.