Draghi presidente della Commissione Ue? Il Pd: "Non ci sono le condizioni"

Il responsabile Riforme e Pnrr della segreteria del Partito Democratico: "Non è un tema in discussione"

Di Alberto Maggi
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Mario Draghi
Politica

Magi (PiùEuropa): "Tutta l'Italia lo candidi". Rosato (PER): "Non tiriamolo per la giacchetta"

 

"Mario Draghi è una delle figure più autorevoli a livello europeo e mondiale. Farebbe bene in ogni ruolo. Ma purtroppo non è un tema in discussione perché non ci sono le condizioni politiche". Così Alessandro Alfieri, responsabile Riforme e Pnrr della segreteria del Partito Democratico, commenta con Affaritaliani.it l'ipotesi dell'ex premier Draghi presidente della nuova Commissione europea dopo le elezioni del 9 giugno 2024.

Ursula bis? "Alle condizioni politiche date è una delle soluzioni possibili. Non è quella che sosteniamo noi perché come Socialisti e Riformisti indicheremo una nostra figura per la presidenza della Commissione. Ma certamente il nome di von der Leyen, che sarà la candidata del Partito Popolare Europeo, è un'ipotesi forte in campo. Poi vedremo i numeri e gli equilibri in Parlamento tra Ppe, Pse e liberali".

+EUROPA LANCIA DRAGHI - "Lo dovrebbe candidare tutta l'Italia, non solo il Centrosinistra. Facendo però molta attenzione a non bruciarlo". Così Riccardo Magi, segretario di Più Europa, ad Affaritaliani.it sull'ipotesi Mario Draghi presidente della prossima Commissione europea dopo le elezioni del 9 giugno 2024. "Draghi è l'unico che coglie la drammaticità del momento per l'Europa, che ha una visione di Stato europeo federale. Senza questo obiettivo e questo risultato per i singoli Stati europei non ci sono prospettive né in geo-politici, né di difesa e nemmeno come investimenti. Diventiamo del tutto ininfluenti nello scacchiere mondiale. I Paesi fondatori dell'Ue e tutta l'Italia, maggioranza e opposizioni, dovrebbe candidare Draghi alla presidenza della Commissione europea", conclude Magi.

CAUTELA DEI CENTRISTI SU DRAGHI - "Non tiriamo Mario Draghi per la giacchetta. Non è così che si fa un favore al suo impegno nelle istituzioni europee. Non sono i referendum giornalistici che costruiscono le candidature in questi luoghi europei". Lo afferma ad Affaritaliani.it Ettore Rosato, deputato di PER (Popolari Europeisti Riformatori) ed ex presidente di Italia Viva.