Droghe, da OSCE ok alla risoluzione contro il Fentanyl. Parla Eugenio Zoffili

"Il documento impegna i Parlamenti OSCE ad adottare provvedimenti che accrescano le misure di prevenzione"

Di Alberto Maggi
Eugenio Zoffili
Politica

Intervista al Capo della Delegazione Parlamentare Italiana all’OSCE Eugenio Zoffili, deputato della Lega, che ha appena ottenuto il via libera alla risoluzione sul contrasto alla diffusione del Fentanyl


Presidente Zoffili, ottimo risultato l’approvazione, pochi giorni fa a Bucarest, durante la 31ª Sessione Annuale dell’Assemblea Parlamentare OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, della sua risoluzione sul contrasto alla diffusione del Fentanyl.

La risoluzione (visionabile al [link](https://linktr.ee/EugenioZoffili)) fa particolare riferimento al Fentanyl, una pericolosa droga che ha causato una grave emergenza sanitaria negli Stati Uniti, ma tratta, in generale, del contrasto a tutte le nuove droghe, che ora si stanno purtroppo diffondendo in molti altri Paesi e il cui traffico finanzia le organizzazioni criminali.

Ci può illustrare in sintesi i punti salienti di questa risoluzione?

Il documento, che è diventato parte integrante della Dichiarazione Finale della riunione, impegna i Parlamenti dei 57 Paesi che fanno parte dell’OSCE ad adottare provvedimenti che accrescano le misure di prevenzione contro questo fenomeno e la consapevolezza sui pericoli del Fentanyl e degli oppioidi sintetici, fornendo efficaci trattamenti sanitari e servizi di supporto a chi è caduto in questa rete. Inoltre, mira ad accrescere la collaborazione internazionale per contrastare l’operato illecito delle mafie e delle organizzazioni criminali coinvolte nel loro traffico, al fine di garantire alle nostre comunità una sicurezza più completa, in particolare per i nostri giovani.

Oltre all’incarico di Capo della Delegazione Parlamentare Italiana all’OSCE, è anche Rappresentante Speciale per la Lotta alla Criminalità Organizzata dell’Assemblea. Qual è il ruolo delle mafie in questo contesto?

Le organizzazioni criminali operano su scala globale sfruttando lacune nei sistemi di controllo e di regolamentazione internazionali. Sono capaci di adattarsi ai cambiamenti del mercato e all’utilizzo di nuove tecnologie per eludere le Forze dell'Ordine. La sfida è complessa, ma questo impegno condiviso sottolinea che siamo sulla strada giusta. Ho recentemente incontrato i Dirigenti della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno e del Dipartimento dedicato di Palazzo Chigi: le buone pratiche di prevenzione e contrasto messe in campo con grande dedizione e professionalità dal nostro Paese sono un modello internazionale di cui siamo orgogliosi.

Come deve muoversi a suo avviso la comunità internazionale per affrontare questa sfida?

È necessario utilizzare un approccio multidimensionale che combini prevenzione, contrasto, interventi sanitari, enforcement delle leggi ed una sinergica cooperazione internazionale anche tra le Forze dell’Ordine, sia per tutelare chi è vittima di dipendenza, sia per gestire le conseguenze sul piano della sicurezza e della sanità. Ci tengo a ringraziare tutti i colleghi parlamentari, italiani ed esteri, che hanno sottoscritto e approvato la risoluzione: un successo targato Italia su un tema così importante e concreto per il futuro di tutti noi.

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