Elezioni 2022: per 5 milioni di fuori sede astensione o esodo alla Ametrano

In Europa, solo Italia, Cipro e Malta non prevedono il voto per corrispondenza. Sono penalizzati soprattutto i giovani e l'astensione vola verso punte da record

Carlo Verdone nei panni di Pasquale Ametrano, emigrato in Germania che torna a votare in Italia ("Bianco, rosso e Verdone", 1981)
Politica
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Elezioni 2022: fuori sede senza diritto di voto, siamo rimasti alla realtà descritta dal vecchio film di Carlo Verdone

 



I partiti sono alla febbrile caccia del voto degli italiani… e poi lasciano ben cinque milioni di elettori “congelati” nell’impossibilità di esprimere il proprio parere. I dati Istat fotografano la particolare situazione dei fuori sede, una popolazione composta da studenti e lavoratori che vivono fuori dal proprio comune di residenza e che quindi non potranno votare alle politiche del 25 settembre.

La legge è tanto chiara, quanto paradossale: un italiano che vive all’estero (anche temporaneamente) ha il diritto di votare per corrispondenza, ma chi permane all’interno del territorio nazionale no. Immaginiamo il caso di due fratelli siciliani, uno emigrato a New York e l’altro a Milano: il primo può votare, il secondo non ha la stessa chance!

Il secondo, così come tutti i fuori sede d’Italia, per votare deve tornare nel proprio comune di residenza e, per facilitare gli spostamenti, vengono proposti appositi sconti su treni e aerei, che vanno fino al 60-70% del prezzo pieno del biglietto. Un buon aiuto, ma non ancora sufficiente: basti pensare a chi non ha più casa e parenti nella città d’origine e quindi deve prevedere un pernottamento, se molto distante, oppure a chi non può allontanarsi dal suo attuale domicilio, magari perché lavora su turni o perché è un universitario sotto sessione d’esame (e il 25 settembre saranno davvero in tanti alle prese coi libri).

Curiosamente, sono solo tre i paesi europei che costringono i propri cittadini a questi esodi elettorali: oltre all’Italia, ci sono Cipro e Malta, ma queste sono due piccole isole sulle quali la mobilità non è poi proibitiva. L’Italia invece si estende per circa 1300 km da nord e sud ed è rimasta ferma a oltre quarant’anni fa, con gli avventurosi viaggi verso la cabina elettorale di Pasquale Ametrano e degli altri protagonisti descritti da Carlo Verdone nel suo film cult “Bianco, Rosso e Verdone” (1981). 

La fascia maggiormente colpita da questa vera e propria discriminazione è quella compresa tra i 18 e i 35 anni, i famosi “giovani” dei quali spesso lamentiamo l’apatia e il disinteresse verso la vita politica. Non che si faccia molto per aiutarli, tuttavia.

Ma il problema non si limita a loro. Alle elezioni del 2018 l’astensione è stata del 28%. Nella doppia tornata referendum-amministrative dello scorso giugno si è impennata arrivando a punte dell’80%. Per il 25 settembre si aspetta un dato meno eclatante, ma comunque in crescita rispetto al 2018 e, quindi, impedire nei fatti a cinque milioni di persone di votare fa a pugni con gli inviti alla partecipazione che arrivano anche dal Premier uscente Mario Draghi. Pasquale Ametrano concludeva la sua via crucis con un epico sfogo di fronte all’atterrita commissione elettorale, i suoi connazionali di oggi più semplicemente staranno a casa, alla faccia della democrazia.