Elezioni, giù di 11 punti l'affluenza (35%).Ma nel 2016 si votò un giorno solo
5 anni fa nelle stesse città alle 19 della serata del voto, l'affluenza era al 46%. Ma si votò un giorno solo. Seggi aperti anche domani. In 12 milioni al voto
Si è svolta regolarmente la prima giornata di voto amministrativo in cui si è registrato un forte calo dell'affluenza. Tuttavia si tratta di un dato da prendere con la massima precauzione visto che si vota anche domani. Solo lunedì alla chiusura dei seggi, si capirà quanto aver votato ad autunno, una novità rispetto ai frequenti test di primavera inoltrata, avrà influito sulla partecipazione.
Quando sono noti i dati relativi a 794 comuni sui 1.153 raccolti dal Viminale, l'affluenza alle urne alle ore 19 va attestandosi al 35,32%. Alle precedenti del 5 giugno 2016 alle ore 19 la percentuale di votanti era stata del 46%, ma si votò in un solo giorno. I riflettori sono sulle urne di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Trieste) per le suppletive della Camera (collegio uninominale 12 - Siena e collegio uninominale 11 - Roma - Quartiere Primavalle) e per le regionali in Calabria.
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I restanti 13 capoluoghi di provincia chiamati al rinnovo sono Benevento, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona e Varese. L'eventuale turno di ballottaggio avrà luogo nei giorni 17 e 18 ottobre 2021.
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Andando a vedere il dato disaggregato, a Roma l'affluenza è stata del 37,67%, rispetto al 52,19% di cinque anni fa. Nella Capitale sono chiamati alle urne oltre 2 milioni e 300 mila elettori. A Torino, ha votato il 29,29% degli elettori aventi diritto. Nella passate amministrative del 2016, l'affluenza alla stessa ora della domenica era stata del 41.32%. Rispetto alle Politiche del 2018, dove anche qui si votava in un'unica giornata, l'affluenza era state del 58.22%.
A Napoli, Alle ore 19 ha votato il 25,44%. Nella precedente tornata, quando si votò in un solo giorno, l'affluenza era stata del 37,99%. A Milano, invece, l'affluenza è poco sopra il 30%. Fino alle 19 hanno votato il 31,02% degli aventi diritto. A registrare l'affluenza più bassa è il Municipio 1 della città, quello che corrisponde al centro storico, dove sono andati a votare il 27,66% degli aventi diritto, mentreil dato più alto si è registrato nel Municipio 3 con il 32,85 %. Nel 2016 l'affluenza era stata del 42,44%.
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Calo vistoso dell'affluenza alle urne anche a Bologna, come pure nel resto dell'Emilia-Romagna. Alle 19 nel capoluogo emiliano ha votato il 29,25%, in calo di oltre il 17% (era al 46,37%) del rispetto alle precedenti elezioni del 2016 quando pero' si votava in un'unica giornata.
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Affluenza in calo, però, anche rispetto alle regionali del gennaio 2020, quando, nel Comune di Bologna, aveva votato quasi il doppio degli elettori (24,7%). Il dato attuale riflette il trend provinciale dove l'affluenza è al 37,23%.
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meglio non parlarne"
Per quanto riguarda le suppletive della Camera l'affluenza si è fermata al 20,26% nel collegio di Siena, dove è candidato fra gli altri il segretario del Pd Enico Letta. L'affluenza alle 19 nella prima delle due giornate di voto, invece, nell'altro seggio della Camera in palio a Roma Primavalle è del 26,79%.
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Infine, alle Regionali in Calabria, sempre alle ore 19, i dati del Viminale registrano un'affluenza al 21,45% (284 Comuni su 404). Alle precedenti elezioni, sempre alla stessa ora, aveva votato il 34,40% degli aventi diritto.
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Lunedì alle 15, concluse le votazioni, dopo la rilevazione dei votanti definitivi, inizieranno le operazioni di scrutinio. Il clima in cui si svolgono le consultazioni elettorali è velenoso. A Roma, per esempio, ci si è messo anche il rogo del ponte dell'Industria ad incendiare le Comunali. "Aspettiamo l'esito delle indagini. Io non mollo. Amo Roma", ha reagito il sindaco della Capitale Raggi.
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Con i Cinque Stelle che, "anche per sedare i sospetti che stiamo leggendo in rete sulla strana coincidenza temporale del disastro a poche ore dall'apertura delle urne", hanno annunciato la presentazione di un emendamento al dl trasporti per la messa in sicurezza dell'infrastruttura. "Raggi come Nerone", l'affondo del forzista Giacomoni.
Le polemiche riguardo la Capitale sono l'ultimo colpo di coda di una campagna elettorale giocata su casi di cronaca, non solo giudiziaria, che hanno causato la reazione stizzita dei partiti coinvolti. L'ultima e' quella della leader di Fdi, Giorgia Meloni. Ha deciso di postare un video per replicare alle critiche piovute riguardo ad esponenti del partito che non hanno tagliato completamente i ponti con rigurgiti fascisti. Il caso Fidanza e' "una polpetta avvelenata", la tesi.
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"Linciaggio in contumacia di un intero partito sulla base di una ricostruzione di parte. Io non ho nulla di cui vergognarmi, quanto accaduto e' stato studiato a tavolino da un intero circo. Trappole contro di noi perche' non siamo ricattabili, questo in Italia fa paura", il ragionamento del presidente di Fdi che ha invitato il conduttore di Piazza pulita a mandare in onda la versione integrale del video di Fanpage. "Venga in trasmissione", la risposta di Formigli.
"Quando avro' il video", la controreplica. Il direttore della testata giornalistica che ha realizzato l'inchiesta "Lobby nera" lo ha girato ai pm. Ma l'europarlamentare intanto ora rischia un 'processo' in Europa. Il Pse, i Verdi e il Movimento 5 Stelle sono pronti, secondo quanto si apprende, a chiedere le dimissioni di Fidanza - si e' autosospeso dal partito - da europarlamentare e ad appellarsi al regolamento europeo per evidenziare che la decadenza del mandato e' motivata dal venir meno dei valori fondanti dell'Unione. Fidanza e' il capodelegazione di Fdi al Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei.
"Lucano un eroe perche' uno di loro, Fidanza condannato senza neanche un'indagine. 100 ore di girato, dalle quali vengono estrapolati 10 minuti di video tagliati e cuciti arbitrariamente", osserva Meloni che ribadisce di essere rimasta colpita dalle immagini trasmesse in tv. Per questo motivo chiede quei video, "per andare a fondo", perche' "io non sono mai indulgente con chi sbaglia, ma la morale non l'accetto, il giudizio spetta agli italiani". La presidente di Fdi mantiene la barra dritta. Nei prossimi giorni potrebbero aumentare le pressioni, anche all'interno del centrodestra e da qualche esponente di Fdi, affinche' tolga la fiamma dal simbolo e cacci Fidanza dal partito.
"Voi - si rivolge Meloni alla stampa - la morale non potete farla a nessuno, non state li' a spiegarmi cosa dovrei fare o chi dovrei essere: io non saro' mai come voi. Non abbiamo e non avremo molti amici tra i poteri forti, ma confido che qualche amico tra gli italiani perbene lo abbiamo ancora". "Voi giornalisti, fintamente indignati, che - osserva - non avete scritto una riga sui 24mila euro trovati nella cuccia del cane di una senatrice Pd, sullo schifo che si sta consumando attorno al Monte dei Paschi di Siena, sui 100 milioni di mascherine farlocche e strapagate con i soldi degli italiani da Domenico Arcuri attraverso una societa' di intermediazione che aveva un unico dipendente, mentre la gente moriva...".
Nel centrodestra c'è la convinzione che è in corso un attacco concentrico neri confronti di Meloni e Salvini e nella Lega si temono nuovi risvolti sulla vicenda legata a Morisi, l'ex guru social. Intanto il segretario del partito di via Bellerio rilancia la sua battaglia sul fronte dell'immigrazione: "Ho chiesto da mesi un incontro con Draghi e Lamorgese per bloccare il traffico di esseri umani, bloccare sbarchi e salvare vite. Ma dopo 50.000 arrivi clandestini, tutto tace. E anche dopo la condanna del sindaco buonista Lucano, che secondo il Tribunale rubava sfruttando gli immigrati, tutto tace. Cui prodest?".
Sulla condanna a Lucano - altro caso che ha avuto ripercussioni nella campagna elettorale, con il Pd che si e' schierato contro la sentenza - si esprime cosi' il capogruppo di Forza Italia in commissione Giustizia a Montecitorio Zanettin: "Deve far riflettere su cosa e' diventato il diritto penale per effetto del panpenalismo e del populismo giudiziario". "La verita' - osserva un altro esponente azzurro - e' che i partiti sono tornati ad essere sotto schiaffo della magistratura. Invece di dividersi e di fare la fine dei capponi di Renzo dovrebbero fare fronte comune contro gli effetti delle riforme della giustizia...".