Elezioni, Giorgia Meloni e il Cdx hanno vinto grazie alle minacce dell'Ue

La leader dell'Ue ricevuto l'opposto di quello che (presumibilmente) cercava: l'attenzione su Giorgia Meloni ha tolto ogni dubbio agli elettori...

Di Giuseppe Vatinno
Politica
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Meloni premier, tutto merito di Ursula von der Leyen: dalle minacce all'"effetto Streisand"

Qualche giorno fa, Ursula von der Leyen aveva minacciato l’Italia durante un evento all’Università di Princeton negli USA: “La democrazia è un lavoro costante, non si finisce mai, non puoi metterla in una scatola e mantenerla così senza far nulla. In Italia si vedrà alla fine delle elezioni: se le cose andranno verso una situazione difficile, abbiamo gli strumenti come nel caso di Polonia e Ungheria”.                                     

Poi davanti alle proteste, invero un po’ flebili tranne quella di Salvini, aveva innestato pronta e ratta la marcia indietro dando la colpa ai “soliti” giornalisti che non avevano capito quello che voleva dire. Insomma, l’usuale cliché che funziona sempre: sparata ad alzo zero e poi chiamata in correo dei giornalisti tonti che non capiscono quello che si dice.

Ma questa volta il “modello Ursula” non ha funzionato, anzi ha funzionato alla rovescia perché un effetto eclatante invero lo ha ottenuto e cioè ha convinto molti indecisi a votare il centro-destra. Quindi l’impicciona presidentessa dell’Unione Europea avrebbe fatto meglio a non parlare. La mossa si è rivelata così stupida da pensare quasi che la capa di Bruxelles, dai capelli giallo topo, fosse d’accordo perché delle due l’una: o è una improvvida allocca o l’ha fatto apposta.

Ma poiché la seconda ipotesi è paradossale, visto che era prevedibile che una ingerenza così forte avrebbe provocato l’effetto opposto, resta solo la prima ipotesi: abbiamo una incapace alla guida dell’Europa. Questo tipo di dinamica ha anche un nome e si chiama “effetto Streisand” che consiste nell’enorme popolarità che si riversa su un argomento che si vuole censurare.

La nota attrice infatti fece una causa legale per tutelare la privacy della sua villa da 10 milioni di dollari a Malibù che era finita casualmente su un sito fotografico che aveva pochissime visualizzazioni. L’effetto fu opposto: milioni di persone andarono a vedere la foto con conseguente distruzione della privacy invocata. Da ora, in politica, l’ “effetto Streisand” lo possiamo chiamare anche  “effetto Ursula”.

La von der Leyen è stata così volgare nella sua ingerenza in affari interni delicatissimi di uno stato sovrano da rendere addirittura simpatico Erdogan che la lasciò in piedi senza sedia. Sono comportamenti sciocchi come questo che provocano poi le reazioni populiste mondiali di chi si sente defraudato della propria sovranità, come anche la Polonia e l’Ungheria. E in un momento storico mondiale come questo, con una guerra sul suolo europeo pericolosissima per i suoi possibili esiti nucleari in corso, l’uscita della von der Leyen è stata ancor più improvvida e fuori luogo.

Ci sarebbe da chiedersi se non sia il caso che una pasticciona come Ursula debba ancora guidare l’Unione Europea anche alla luce del fatto che la von der Leyen è della CDU mentre l’attuale Primo Ministro tedesco, Frank-Walter Steinmeier, è dell’SPD.

Si deve anche notare come il centro-sinistra nostrano e il Partito democratico in particolare abbia ancora una volta sbagliato le valutazioni. Invece di replicare facendo notare l’ingerenza, ha taciuto colpevolmente sperando che le parole spaventassero gli italiani per quanto riguarda l’arrivo dei soldi del PNRR.

Ma evidentemente, Enrico Letta, l’europeista draghiano per eccellenza, si è fatto due conti (sbagliati) della serva e così ha contribuito ancor di più alla schiacciante vittoria del centro-destra che sentitamente ringrazia sia il centro-sinistra italiano che, soprattutto, l’improvvida impicciona che sulla sconfitta c’ha messo il carico da undici.