Elezioni in Francia, ha vinto la "strana coppia" Schlein-Tajani
Il secondo turno delle elezioni legislative francesi letto in chiave italiana
Bene Fratoianni e Bonelli con la 'desistenza' di Conte
Ieri si è tenuto il secondo turno delle elezioni legislative francesi, che sono state vinte a sorpresa dalla coalizione di sinistra (il Nuovo Fronte Popolare) e invece perse dalla principale formazione di destra-destra, il Rassemblement National, che partiva favorito poiché al primo turno era stato di gran lunga il partito più votato con una quota attorno al 30 per cento dei voti, e invece si è dovuto accontentare del terzo posto, superato anche da Ensamble, la formazione centrista dell’attuale presidente Emmanuel Macron.
Questi risultati sorprendenti, che si correlano a un’elevata affluenza al voto, hanno portato a una situazione di difficile governabilità: la composizione del parlamento è frammentata, e non è escluso che il sistema politico francese vada in una inedita condizione di stallo.
E’ vero che Francia e Italia sono due Paesi, politicamente parlando, molto diversi (pur con alcuni interessanti elementi di somiglianza), ma una domanda viene abbastanza spontanea: letti in chiave italiana, ossia dalla prospettiva del nostro quadro politico, che cosa ci dicono i risultati di cui sopra?
In generale, il caso francese mostra l’importanza della strategia e delle alleanze. Se nel passaggio dal primo al secondo turno il risultato è stato rovesciato (il vincente è diventato perdente, e il perdente vincente), ciò è stato possibile per la particolare struttura del sistema di voto francese (doppio turno col meccanismo delle desistenze), che ha consentito ai partiti “non-lepeniani” di accordarsi a scacchiera sul territorio, facendo eleggere moltissimi propri rappresentanti (in un gioco di strategia davvero simile alla dama o agli scacchi). Inoltre, il fronte “non-lepeniano” ha saputo utilizzare efficacemente il registro delle emozioni in campagna elettorale, dando vita a uno storytelling che ha galvanizzato e portato al voto l’elettorato di riferimento. Meno brillante è apparsa, in questo senso, la comunicazione lepeniana.
Ecco allora imporsi, come abbiamo detto, lo schieramento di sinistra, con il centro macroniano che tiene e la destra lepeniana che invece, pur facendo il miglior risultato di sempre, continuerà a restare marginale nel governo della Francia. Riportando questo commento allo scenario Italiano, potremmo dire che ieri ha vinto la versione francese di un “neo-Ulivo” (anti meloniano) guidato da Elly Schlein, con un taglio comunicativo marcatamente su valori di sinistra e quindi una funzione di appoggio da parte di Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni (nonché con la “desistenza” di Giuseppe Conte).
Insieme con un centrismo riformista al quale si può avvicinare la Forza Italia di Antonio Tajani. Sintetizzando in una battuta, la morale è che in Francia ha vinto la partita una strana coppia, quale potrebbe essere, da noi, quella formata da Elly Schlein e Antonio Tajani. Scenario reale in Francia e invece impossibile in Italia? Può darsi, ma a volte anche le vie della politica, se non proprio infinite, sono più numerose di quello che si può pensare.