Europee, "Meloni candidata e FdI oltre le Politiche (26%). Governo più forte"

Intervista al vicecapogruppo vicario al Senato di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon. "Possibile annuncio il 21 aprile"

Di Alberto Maggi
Politica

"La candidatura dei leader di partito alle elezioni europee non è certo una novità. Mi stupirei semmai se qualcuno non lo facesse"

"Mi farebbe piacere se Giorgia Meloni si candidasse, ovviamente come capolista in tutta Italia, alle elezioni europee dell'8-9 giugno”. Lo afferma ad Affaritaliani.it il vicecapogruppo vicario al Senato di Fratelli d'Italia Raffaele Speranzon. Il motivo di un'eventuale candidatura del presidente del Consiglio, secondo Speranzon, sarebbe quello di "dare ancora più importanza a queste elezioni europee con le quali si gioca il futuro dell'Italia. Se Meloni si candida, dà certamente un segnale forte, di rilevanza politica nazionale spendendosi in prima persona. In questo caso genererebbe anche un grande entusiasmo per tutto il partito a livello territoriale portandoci ad un grande risultato elettorale. Anche gli altri candidati hanno il loro peso a livello locale, non c'è dubbio, ma Meloni candidata darebbe un enorme rilievo a queste elezioni ed anche una spinta forte a Fratelli d’Italia".

"L'obiettivo è quello di superare il dato delle elezioni politiche del 2022, ovvero il 26%, che fu considerato un risultato irripetibile. Confermare o migliorare quel dato sarebbe straordinario". Qualcuno ipotizza che l'annuncio potrebbe arrivare il 21 aprile, compleanno di Roma e giorno delle elezioni regionali in Basilicata, può essere davvero così? "Non ho certezze sulle date. In quei giorni, però, abbiamo una conferenza programmatica a Pescara e potrebbe essere l'occasione".

Quanto al timore di ripercussioni sul governo, con la candidatura di Meloni, visto che Matteo Salvini non vuole candidarsi mentre Antonio Tajani non lo ha escluso, Speranzon spiega: "La candidatura dei leader di partito alle elezioni europee non è certo una novità. Mi stupirei semmai se qualcuno non lo facesse, anche se sarebbe comunque una scelta legittima. Non sono certo che Meloni si candiderà e serve soppesare i pro e i contro facendo una valutazione attenta. Ma rafforzare Fratelli d'Italia vuol dire rafforzare il governo e non indebolirlo".

Infine un commento all'indomani del viaggio in Egitto con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e alcuni leader dei Paesi europei. "Si tratta di un segnale molto importante che l'influenza italiana sta modificando l'approccio stesso dell'Unione europea sul tema immigrazione e sul rapporto con gli Stati africani. C’è proprio un cambio di paradigma. In passato si parlava solo e sempre di redistribuzione, oggi si parla di confini esterni dell'unione con un approccio non predatorio e non paternalistico verso i Paesi africani. Serve un approccio pragmatico e concreto altrimenti questi Stati finiscono dal punto di vista diplomatico, economico e militare sotto l'influenza di Iran, Cina e Russia. E questo non è certo un bene per l'umanità. Il lavoro di Meloni e del governo è proprio per evitare che ciò accada", conclude il vicecapogruppo vicario di Fratelli d'Italia a Palazzo Madama.

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