Europee, Meloni capolista FdI. Obiettivo 1,5 mln di preferenze. La voterai?

Meloni capolista FdI alle elezioni europee di giugno. L'annuncio solo dopo Pasqua. Anteprima Affaritaliani.it

Di Alberto Maggi
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Conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Politica

Obiettivo trattare con forza a Bruxelles con Macron e Scholz, che in Francia e in Germania prenderanno una bastonata clamorosa

 

Ufficialmente l'annuncio arriverà soltanto dopo Pasqua, in aprile, ma secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Giorgia Meloni ha deciso. La presidente del Consiglio sarà candidata capolista di Fratelli d'Italia alle elezioni europee dell'8-9 giugno in tutte e cinque le circoscrizioni. L'obiettivo è quello di superare ampiamente il milione di preferenze personali e avvicinarsi se non superare quota un milione e mezzo. Una sorta di prova di forza per dimostrare in Italia e in Europa che i cittadini sono con lei oggi ancora più di quanto non lo siano stati alle Politiche del settembre 2022.

E' chiaro che con la candidatura diretta della premier decadono tutte le altre ipotesi. I ministri non saranno in campo e nemmeno la sorella Arianna Meloni, che continuerà a occuparsi del tesseramento, dei congressi locali e dell'organizzazione del partito. La sfida è sia interna che esterna. Sul lato nazionale, pur senza umiliare gli alleati di Centrodestra per non creare tensioni ulteriori nell'esecutivo, in particolare con la Lega (il rischio Papeete bis è sempre dietro l'angolo), Fratelli d'Italia al 30% (ipotesi probabile con Meloni capolista in tutta Italia) servirà sia per accelerare sulle riforme istituzionali (premierato) sia, in particolare, in vista della prossima Legge di Bilancio.

Con le scarse risorse a disposizione e con la variabile tassi di interesse (la speranza è quella di una riduzione del costo del denaro da parte della Bce a partire dall'estate ma la variabile delle tensioni geopolitiche soprattutto in Medio Oriente rendono lo scenario del tutto incerto) andranno fatte necessariamente scelte molto selettive e mirate. E con FdI più forte rispetto a Lega e Forza Italia, modificando i pesi e i valori del 2022, è chiaro che Meloni avrà maggiore voce in capitolo per arginare le richieste degli alleati, ad esempio sul fronte della riforma previdenziale con il Carroccio che insiste per Quota 41 per tutti. Ma la vera partita si gioca a Bruxelles.

Tutto è ancora da definire e i veri giochi per la nuova Commissione si faranno soltanto dopo il voto. La premier ha stretto un'alleanza salda con Ursula von der Leyen, malgrado le critiche e gli attacchi di Matteo Salvini, ed è pronta a sostenere il suo bis. Ma si candida per avere un maggior peso sui tavoli che contano davvero in Europa - non solo il Pnrr ma ad esempio l'unione bancaria e l'implementazione dell'intesa sulla riforma del Patto di Stabilità, oltre ovviamente al tema immigrazione e difesa dei confini esterni dell'Unione - soprattutto viste le gravi difficoltà evidenziate da tutti i sondaggi dei due principali leader europei: Emmanuel Macron che verrà superato in Francia da Marine Le Pen prendendo una clamorosa batosta e Olaf Scholz che in Germania viene dato in caduta libera con la sua Spd (socialdemocrazia) che potrebbe non solo essere superata dai cristiano-democratici della Cdu-Csu ma perfino dalla destra di Afd.

Gli equilibri per la nuova maggioranza europea si vedranno solo a urne chiuse, ma arrivare con la forza di un milione e mezzo di preferenze personali consentirebbe a Meloni di poter alzare la voce con Macron e Scholz e giocare la partita in un ruolo privilegiato. Altro obiettivo è chiedere la vicepresidenza della Commissione europea con la delega all'industria e in particolare alla difesa delle piccole e media imprese per Adolfo Urso, designato come commissario nel nuovo esecutivo Ue. Raffaele Fitto, l'altro nome in campo, è troppo importante nel suo attuale ruolo di ministro degli Affari europei e del Pnrr (tema sul quale ha ottenuto ottimi risultati) e Meloni non vuole assolutamente privarsene al governo.