Europee, Meloni: "Non riescono a fermarci". Conte (M5s): "Risultato deludente"

Esulta Elly Schlein (Pd): "Siamo il partito che cresce di più dalle Politiche". E Renzi se la prende con Calenda: "Potevamo avere 7 europarlamentari, invece..."

di redazione politica
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Giorgia Meloni
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Europee, Tajani: "Il risultato rafforza il governo di centrodestra". Le reazioni dei leader

I verdetti delle elezioni Europee 2024 per quanto riguarda l'Italia sono ormai quasi ufficiali. A confermarsi primo partito è stato FdI con oltre il 29% dei consensi e la premier Giorgia Meloni ha battuto tutti in termini di preferenze: 2 milioni di voti per lei. "Ci hanno visto arrivare ma non sono stati in grado di fermarci", il primo commento a caldo della premier. Una stoccata a Elly Schlein. La segretaria Pd poco prima, nella sede dem, aveva rivendicato di guidare "il partito che cresce di più dalle Politiche". Antonio Tajani (FI), sottolinea che il risultato delle europee "rafforza il governo di centrodestra" e conferma che "siamo pronti a collaborare con i nostri alleati". "Sono felice - confida - che FI abbia fatto questo regalo a Silvio Berlusconi. Dedichiamo a lui questo risultato".

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Meloni canta emozionata l'inno di Mameli al termine del suo discorso sulle europee

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Matteo Salvini, ultimo in ordine di tempo a presentarsi davanti ai giornalisti nella lunga notte elettorale, rimanda a domani, quando ci saranno dati reali, e intanto osserva che "se siamo anche di uno zero virgola sopra le Politiche la soddisfazione c'è". Un grazie anche alla comunità della Lega. Perché "è un anno che tutti ci davano per morti". Giuseppe Conte (M5S) prende atto "di un risultato sicuramente deludente". "Potevamo sicuramente fare meglio", annota il leader M5s che anticipa "faremo una riflessione interna per cercare di approfondire le ragioni di questo risultato". Renzi (Stati Uniti d'Europa), escluso dall'Europarlamento per non aver superato il 4% dei consensi, punta il dito contro Calenda (leader di Azione, anche lui fuori): "Sul risultato italiano pesa l’assurda rottura del Terzo Polo: potevamo avere sette parlamentari europei riformisti, insieme. E invece sono zero".