Europee, Schlein capolista in tutta Italia. Se va male dimissioni. Inside
La segretaria Pd, in prospettiva, vuole allearsi con il M5S e non con il centro
L'obiettivo della segretaria è quello di superare ampiamente il 20% e arrivare attorno al 22%
L'ufficializzazione non arriverà prima di gennaio, ma secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Elly Schlein, che non sta trovando personalità di spicco da candidare alle elezioni europee del 9 giugno, sarà capolista in tutta Italia. Un modo - spiegano fonti Dem - per cercare di riportare alle urne chi si è iscritto al partito all'epoca delle primarie ma non sta facendo attività politica nei territori. L'obiettivo della segretaria è quello di superare ampiamente il 20% e arrivare attorno al 22% restando non troppo distante da Fratelli d'Italia della premier Giorgia Meloni.
E' evidente che alle Europee, dove si vota con il proporzionale, la competizione sarà tutta con il M55 e quindi lasciare Giuseppe Conte distante di almeno 7-8 punti. Ma, in prospettiva, al di là delle Regionali del 2024 dove si deciderà caso per caso, Schlein intende costruire un'alleanza strategica, politica e a lungo termine con i 5 Stelle e non con i tanti centri, in particolare quello di Carlo Calenda. L'obiettivo del campo largo è ormai tramontato per l'incompatibilità tra Conte e Calenda e Schlein, tra i due, sceglie l'ex presidente del Consiglio. Il tutto, ovviamente, insieme anche all'Alleanza Sinistra Italiana-Verdi di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli.
Ma quello di Schlein, che punta sulla scarsa affluenza alle urne per avere una buona percentuale, è anche un azzardo. Laddove il risultato dovesse essere appena sotto il 20% ci sarebbero turbolenze e polemiche, ma se fosse sotto il 19 e vicino al 18% - assicurano fonti Dem - verrebbe immediatamente convocata l'assemblea nazionale e i big del Pd, anche chi l'ha sostenuta alle primarie contro Stefano Bonaccini (Dario Franceschini in testa), chiederebbero le dimissioni della segretaria. Che potrebbero anche arrivare spontaneamente per evitare un voto di sfiducia plateale.
Al suo posto arriverebbe dal primo luglio Paolo Gentiloni, terminato il suo incarico a Bruxelles. Ma per ora la segretaria Dem, che conta molto sull'asse con la Cgil di Maurizio Landini in chiave anti-governo, scende in campo in prima persona per fronteggiare i malumori interni. Sicura anche che chi non sta bene nel Pd, tanti moderati, hanno poche alternative viste le percentuali esigue di Azione, per non parlare di Italia Viva di Matteo Renzi letteralmente sparito dal dibattito politico.