Extraprofitti, Meloni stravolge Cdx: Marina Berlusconi chiama i vertici di Fi

Dopo la scomparsa del Cavaliere c’è un'eredità politica da gestire e cioè la componente liberale della coalizione

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Extraprofitti banche, Marina Berlusconi chiede l'intervento dei vertici di Forza Italia

Inizia la guerra tra Forza Italia e i Fratelli della medesima (Italia). Dopo la mossa di Giorgia Meloni di tassare gli extraprofitti delle banche è arrivata la reazione di Forza Italia ed anche qualche primo passo per comporre il dissidio. Ma facciamo un passo indietro. La misura sulle banche era giunta del tutto inaspettata e la Meloni ne aveva orgogliosamente rivendicato la paternità, diciamo così.

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La misura è squisitamente politica e serve a quietare il popolo che non vede di buon occhio la perdita del reddito di cittadinanza e la mancata abolizione delle accise sulla benzina che erano state sbandierate in campagna elettorale. Con le truppe di Alemanno-Vannacci alle porte di Roma si tratta di marcare il territorio politico in vista delle Europee del 2024 e anche di contrastare l’attivismo a destra della Lega che sta riguadagnando consensi rioccupando lo spazio elettorale di Fratelli d’Italia, spostatasi sempre più al centro, in un’ottica atlantista che sta producendo mugugni interni.

Del resto a via della Scrofa lo sanno bene che non si può avere la moglie ubriaca e la botte piena e se tiri la coperta da una parte quella si scopre dall’altra. Meloni è una politica navigatissima e scaltra. E chi ci va di mezzo è Forza Italia, cioè un partito liberale che ha sempre amato e protetto le banche vuoi per ideologia vuoi per interesse. Infatti la famiglia Berlusconi di banche ne possiede addirittura una: la Mediolanum che fa profitti d’oro e quindi il decreto legge Omnibus - in cui è stata inserita la norma - non ha fatto proprio piacere dalle parti di Arcore, visto che colpisce direttamente proprio il portafoglio di un alleato di governo.

E per questo il solitamente moderatissimo alleato Antonio Tajani ha alzato minaccioso il ditino, anzi il ditone nei confronti della premier. E così il Corriere della Sera rivela che in realtà un incontro c’è già stato l’11 agosto, prima delle vacanze albanesi. L’occasione è stata il vertice con le opposizioni sul salario minimo. Il segretario azzurro, accortosi che il ditone era stato agitato troppo scompostamente è invero subito corso ai ripari dichiarando che: “Tra la premier e Forza Italia i problemi ‘solo politici mai personali’”. Dichiarazione di pragmatica e abbastanza scontata.

Le correzioni richieste da FI sono che “la tassazione sia una tantum, che sia deducibile e che tenga fuori gli istituti di credito del territorio”, insomma si vuole un occhio di riguardo per gli interessi di Arcore ed è anche una richiesta abbastanza normale visto che FdI e FI sono alleati di governo. Tuttavia, come dicevamo all’inizio, c’è da aspettarsi in futuro un aumento progressivo di queste “incomprensioni” tra alleati perché la partita che si sta giocando è grossa e non riguarda solo le Europee ma anche l’assetto nel medio-lungo tempo del centrodestra.

Dopo la scomparsa del Cavaliere, infatti, c’è anche una eredità politica da gestire e cioè la componente liberale della coalizione che a destra, in forme e modi diversi, è sempre esistita. C’è anche da considerare che a meno che Pier Silvio non scenda direttamente in campo il partito è destinato ad una fisiologica evaporazione, visto la forte caratterizzazione che Silvio Berlusconi gli aveva dato. Lo sanno bene i politici di Forza Italia che ufficialmente espongono una fede granitica ma poi si muovono già ora per salvare le terga. Questo lo sanno tutti e lo sa anche Pier Silvio che sta prendendo giustamente le (opportune) contromisure.

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