Fassino, 6 testimoni contro per il furto del profumo. Era già stato perdonato

La situazione per il deputato del Pd si complica e potrebbe essere iscritto nel registro degli indagati. I video del duty free depositati. Tre casi simili

di redazione politica
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Piero Fassino, i tre episodi analoghi e il sospetto. I video del duty free depositati

Non si spegne il caso Piero Fassino relativo al presunto furto di un profumo al duty free dell'aeroporto di Fiumicino. Si complicano le cose per il deputato del Pd perché spuntano ben sei testimoni e tutti sostengono la stessa cosa, vale a dire - riporta Il Corriere della Sera - che si sia trattato di furto di una boccetta di Chance (Chanel). Sei versioni simili che indicano Fassino come l’autore dell’episodio di taccheggio del 15 aprile scorso. Nel frattempo video e informativa sono stati depositati: il caso "profumi" è ora nelle mani dei magistrati di Civitavecchia che a breve potrebbe iscrivere il nome di Fassino nel registro degli indagati. Il reato contestato è il furto ma si tratta di un’accusa che, pur nella sua linearità, merita un approfondimento.

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Il deputato dem - stando all'accusa e lo riporta Il Corriere - si sarebbe avventurato tra gli scaffali delle essenze già una prima volta nelle scorse settimane durante l’attesa di un volo per Strasburgo. Anche in quel caso avrebbe preso un profumo passando oltre il perimetro delle casse senza pagare. Gli addetti alla vigilanza lo hanno fermato, secondo la prassi, e, a quel punto, l’ex ministro della Giustizia ha messo mano al portafogli per saldare il conto. Tutto sotto l’occhio acceso delle telecamere che hanno registrato. Quindi c’è stata una seconda volta, pochi giorni dopo. Stesso negozio. Stessi scaffali. Stesso articolo, un profumo. L’onorevole si è avventurato oltre le casse con la boccetta ed è andato via. La vigilanza ha deciso di lasciar correre. Ora il terzo presunto episodio.