FdI: "Solinas? Era chiarissima l’insoddisfazione dei sardi". Parla Rampelli

"Sul terzo mandato ritengo che impedisca ai presidenti di regione di portare il loro contributo di concretezza nelle istituzioni centrali"

Di Alberto Maggi
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Fabio Rampelli
Politica

Sardegna, Rampelli (FdI): "Escludo che ci sia stato un ordine a effettuare il voto disgiunto da parte della Lega"

 

"La ricerca da parte della coalizione di un candidato alternativo al governatore uscente Solinas è stata fatta perché era chiarissima l’insoddisfazione dei sardi verso il governo regionale. Lo certificavano tutti i sondaggi, ma sarebbe stato sufficiente intervistare qualunque cittadino in un bar di Cagliari o di Sassari per averne conferma. A quel punto è sembrato logico puntare sul sindaco in scadenza di mandato del Comune capoluogo di regione, persona di lunga militanza, laureato ed esperto amministratore". Lo afferma ad Affaritaliani.it Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera di Fratelli d'Italia commentando i risultati delle elezioni regionali in Sardegna. "Probabilmente è stato sottovalutato il dissenso della città per le scelte fatte dalla sua Giunta. Ma certo non si può discutere né la qualità né l’autorevolezza di Paolo Truzzu. Siamo rimasti sorpresi dalla sua sconfitta, fermo restando che la politica quando è attenta non si lascia sorprendere e quindi l’autocritica è necessaria. Ricordo però che il centrodestra, aldilà del voto disgiunto, ha battuto largamente il centrosinistra, ciò significa che gli elettori approvano le politiche del governo nazionale pur non avendo  condiviso la scelta locale.

Il confronto con il risultato conseguito dai singoli partiti oggi con le politiche 2022 è del tutto improprio perché le liste del centrodestra allora erano solo 4 contro le attuali 9, quindi il voto si è fisiologicamente parcellizzato.

Escludo che ci sia stato un ordine a effettuare il voto disgiunto da parte della Lega, più probabile che il clima generale intorno alla candidatura di Truzzu, per il poco tempo in cui è maturata, non sia stato ideale e non abbia sprigionato quelle energie positive e quell’ottimismo che sono ingredienti fondamentali per vincere.
Quindi ribadisco che il candidato Truzzu era una più che autorevole espressione del territorio sardo, pur non avendo riscontrato consensi sufficienti per battere Alessandra Todde.

Sul terzo mandato ritengo innanzitutto che impedisca ai presidenti di regione di portare il loro contributo di concretezza nelle istituzioni centrali, in una naturale evoluzione del loro ruolo e blocchi un ricambio generazionale sul territorio che è utile e necessario. Vorrei anche far presente che spesso chi fa il governatore ha ricoperto per 10 anni il ruolo di sindaco di comuni capoluogo, come nel caso dei presidenti De Luca ed Emiliano che, sommati ai 10 in Regione fanno 20 anni, un tempo oggettivamente già enorme per mantenere ruoli monocratici.

In Basilicata il presidente in carica Vito Bardi è certamente una brava persona, ex generale della Guardia di Finanza, mi auguro comunque, per lui e per tutti, che si vada a certificare il gradimento per il ruolo politico ricoperto in questi 5 anni un accorgimento necessario che forse non si è tenuto in gran conto per Paolo Truzzu, troppo sicuri di vincere".