"FdI, usate la forza contro Casa Pound": la democrazia per Galli della Loggia
Galli della Loggia ha invitato Fratelli d’Italia a usare la forza per allontanare esponenti di Forza Nuova e Casa Pound dalle loro manifestazioni
Dopo le elezioni francesi amministrative si è fatto un gran parlare su tutti i giornali del significato che quelle elezioni, che hanno visto il trionfo della destra gollista, ai danni del Rassemblement National, rimasto a bocca asciutta malgrado i favorevoli sondaggi della vigilia.
Sulla base di questo fatto, molti commentatori hanno voluto sottolineare come questo possa rappresentare un utile insegnamento per le forze populiste e sovraniste italiane (quindi Lega e Fratelli d'Italia) per smarcarsi definitivamente da alcune loro ideologie che non sarebbero compatibili con una forza governativa di un paese occidentale e democratico come l'Italia.
Certo sicuramente il fatto che ancora una volta la formazione della Le Pen abbia fallito sul più bello, dimostra che essere solo troppo populisti ed estremi, alla fine forse non paga e spaventa la maggioranza dei votanti (che in questo caso comunque sia stata bassissima, con un record storico di affluenza ai seggi).
Ma è sempre difficile fare paragoni fra forze politiche piuttosto diverse fra loro e soprattutto in contesti differenti come quello francese e il nostro. La Francia, infatti, che è una repubblica presidenziale (cosa che da tempo auspicherebbe anche qui da noi Giorgia Meloni, una delle sovraniste italiane) per prima cosa non ha mai vissuto una esperienza di dittatura, come quella del fascismo in Italia, del nazismo in Germania o del franchismo in Spagna, fatta eccezione per la sventurata ed episodica esperienza della Repubblica di Vichy, formata da Philippe Petain nel 1940, un caso del tutto anomalo nel panorama storico politico europeo.
La Francia inoltre, forse, anche grazie a ciò, non ha dovuto subire i terribili anni del terrorismo, che hanno lasciato una lunga scia di sangue negli anni 70 ed 80 nel nostro paese. Il 68 parigino è stato infatti precursore di un grande fermento culturale e sociale soprattutto a Parigi, e non l'avvio di una terribile stagione di sanguinose lotte politiche fra diverse fazioni come da noi. La Francia dal canto suo ha poi pagato un prezzo molto più alto, in termine di vittime, al terrorismo islamico negli ultimi anni, fatto che inevitabilmente ha rappresentato un grande argomento in mano alla propaganda delle formazioni politiche come quella della Le Pen.
Il radicamento islamico ha fatto proseliti nelle città francesi e nelle sue periferie che sono diventate sempre più esplosive a causa dell' allargamento delle differenze sociali fra le classi abbienti e quelle piu povere. E questo ha certamente acuito lo scontro anche sociale, che ha determinato e forse determina adesso un ritorno, in termine di consenso delle destra gollista.. Detto ciò sicuramente il voto francese può insegnare qualcosa al nostro paese, come sottolineano giustamente Polito e Galli della Loggia, ma non solo a Salvini e alla Meloni, per la sconfitta della Le Pen, che al momento della verità viene sistematicamente tradita dagli elettori.
Il tonfo del partito del presidente Macron, en Marche, dovrebbe insegnare qualcosa anche a Matteo Renzi e chissà magari a Giuseppe Conte, se come sembra fonderà una nuova formazione, che i partiti personali sono spesso destinati ad avere vita breve. Oppure sottolineare ancora una volta la sconfitta del partito socialista, sempre alla ricerca di una sua identità e di leader credibili ( direi che anche qui il paragone con il Pd qui sembrerebbe scontato).
Invece si prefersice ancora una volta fare riferimento alla Francia populista e sovranista della Le Pen, per indicarla come esempio da non seguire per il nostro centrodestra. Tutto legittimo e giusto però in questo caso forse Ernesto Galli della Loggia, conosciuto per la sua moderazione oltre che per il suo acume politico, deve essersi spinto un po' oltre la critica politica. Dopo la lettera di risposta al suo editoriale,della leader di Fratelli d'Italia, infatti, il politologo del Corriere, evidentemente in un eccesso di “trance agonistica” ha consigliato in maniera inequivocabile, alla Meloni stessa, di usare metodi squadristi per liberarsi di esponenti di partiti di destra estrema, da cui dovrebbe prendere le distanze.
“In certe occasioni non servono le parole, servono i fatti” scrive della Loggia, rievocando quando alle manifestazioni del vecchio partito comunista, il servizio d'ordine del partito allontanava dalla stessa alcuni estremisti della sinistra extraparlamentare “Con le buone o con le cattive. E siccome le buone maniere di rado sono efficaci, in sostanza di menarli. Non sono metodi eleganti, d’accordo, ma le garantisco che politicamente sono efficaci. Vede presidente Meloni: basterebbe che al prossimo comizio lei preghi qualche decina di suoi giovani iscritti di tenersi pronti, e appena arrivano quelli di Forza Nuova o di CasaPound li mandino via. Come immagino che ahimé sarebbe sicuramente il caso nel modo più convincente: a botte. Le assicuro che una cosa del genere avrebbe un effetto politico assai supe- riore a qualsiasi dichiarazione o ricostruzione storica”.
Queste le testuali parole di Galli della Loggia. Siamo al parossismo e cioè quello di invitare senza mezzi termini ad usare la violenza per dimostrare di essere democratici e liberi da legami con chi della violenza faceva e fa ancora un suo strumento di lotta politica. Se non fosse stato scritto sulle colonne del primo giornale italiano, sarebbe da non credere. Ma questo ancora una volta rappresenta come la contesa fra forze politiche sia ancora troppa intrisa di ideologia e di rancore, figlio di un passato che ancora non si vuole dimenticare e che si utilizza spesso a sproposito in maniera strumentale per portare avanti le proprie battaglie.
Quello che sta accadendo intorno al DDL Zan ne è l' ennesima riprova. Di fronte ad un provvedimento che sarebe sacrosanto e scontato, si sta costruendo una battaglia ideologica, che non fa che avvelenare il clima e rischia di acuire quei danni che proprio lo stesso Ddl vorrebbe evitare. Il fatto che nel nostro paese proprio dalle pagine di alcuni giornali siano usciti, in passato, durissimi editoriali pieni di rancore e livore, che hanno portato anche a drammatici fatti di sangue ( uno fra tutti l'omicidio del commissario Calabresi), suggerirebbe forse maggiore prudenza. Non è con la violenza certo che si combatte e ci si emancipa ( sempre che questo sia quello che ancora deve fare Fdi con il fascismo) da chi non ha seguito ancora un naturale percorso democratico.
Forza Nuova e Casapound sono forze politiche che hanno presentato spesso loro candidati alle elezioni politiche e sono perciò legittimati dalla legge a fare politica. Che poi le loro idee siano spesso deliranti e riprovevoli, non è una argommetazione valida e sufficiente per una legittimazione della violenza. Altrimenti Fratelli d'Italia potrebbe davvero essere accusata di utilizzare metodi fascisti ed antidemocratici. Caro Galli della Loggia la democrazia è tale proprio perchè si basa sul rispetto della opinione di tutti e sul contrasto alle idee divergenti dalle proprie sempre restando nei limiti imposti e garantiti dalla legge, e non certo con la violenza e la prevaricazione, Quella lasciamole alle dittature di qualsiasi colore esse siano e, che se Dio vuole, sono almeno per noi, solo brutti ricordi del passato. E tali devono continuare a rimanere.