Feltri invoca sostegno all'Ucraina, attacco a Salvini e "minaccia" al governo
Zelensky sarà mollato dall’intera comunità internazionale visto che già il suo principale sponsor, gli Usa, lo ha abbandonato
Stefano Feltri, attacco a Salvini sulla Russia. Poi la "minaccia" velata al governo: "Se non sosterrete l'Ucraina..."
Stefano Feltri è l’ex direttore di Domani che Carlo De Benedetti ha brutalmente defenestrato qualche tempo fa sostituendolo da un giorno all’altro con Emiliano Fittipaldi che ha dato un salutare scossone ad un giornale che vivacchiava in una nicchia ecologica protetta e sonnolenta. Avendo del tempo a disposizione e non avendo ancora trovato una collocazione (compare nel sottotitolo come “Stefano Feltri. Appunti”) si accontenta di comparsate che televisioni e testate amiche gli elargiscono in questi periodi di magra.
Una delle sue frequentazioni preferite è la progressista La7 e così a Piazza Pulita da Corrado Formigli ha donato al pubblico una profonda deduzione analitica. Chi è riuscito a sopravvivere al sonno indotto dalla sua cantilena ipnotica serale ha potuto quindi ascoltare vere perle di saggezza: "Questo governo è forte e considerato fuori dall'Italia proprio per le sue posizioni in politica estera. Se verranno meno queste posizioni allora gli altri Stati andranno a guardare i problemi come le mancate riforme e il debito".
Il sottotitolo era eloquente: “Ucraina, l’avvertimento di Salvini”. Feltri era in tenuta di ordinanza progressista: barbone cubano, occhialetti di plastica che fa tanto radical-chic, il tutto su un completino dalemiano smoscio e smunto. I temi erano alti, il destino dell’Occidente e poi anche, in subordinata, quello della tenuta del centro-destra. Ascoltiamolo.
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“I filo-putiniani mascherati in Italia (sic, ndr) dicono che l’Italia è serva di Biden che è un guerrafondaio. Ogni volta che c’è stato un accenno di apertura negoziale Putin l’ha chiuso. C’è stato un piano cinese di pace ignorato, una iniziativa araba ignorata, una Vaticana ignorata”. Una sua ignorata, verrebbe da aggiungere. Vabbè.
E poi ancora: “Detto questo, Matteo Salvini il cui partito è ancora formalmente gemellato con Russia Unita, il partito di Putin perché questo va detto… Salvini ha il vento dell’opinione pubblica dalla sua. C’è un crollo in tutta Europa del sostegno all’Ucraina. Paradossalmente è un momento in cui non si avverte nessun costo della guerra nel senso che c’era un consenso maggiore quando pagavamo bollette più salate e investivamo il 2% del Pil per tenere bassi i costi dell’energia”.
La deduzione logica godeliana si sta affinando per il finale: “Adesso oggettivamente c’è un problema (ma va? ndr) e Salvini si prepara a sfruttarlo anche in chiave elettorale sottovalutando un aspetto cruciale. La legittimità di cui gode questo governo sorprendentemente nella stampa internazionale anglosassone (se ne accorto anche lui, ndr) si deve esclusivamente al posizionamento netto in politica estera”. E poi la minaccia: “Se viene meno quello si accorgeranno anche di tutto il resto: dai balneari, agli scandali, alle inchieste, all’assenza totale di riforme e così via”.
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Come si può osservare mirabile è la precisione analitica e puntuale delle presunte colpe. Insomma, non sappiamo se Feltri ce l’hanno mandato o se è venuto da solo da Formigli ma a voler dar credito alla comparsata sotto sotto ci sarebbe una minaccia e cioè: guardate che se non continuate a fare i bravi, cioè a sostenere l’Ucraina, poi cominciamo a dire che siete fascisti e quindi inaffidabili etc etc”.
Feltri non si accorge che non è Salvini che vuole sfruttare la perdita di popolarità di Zelensky ma che questo sentimento è diffuso in tutto il mondo a cominciare proprio da Joe Biden che fiutata l’aria di fregatura alle elezioni ha bloccato i fondi per l’Ucraina. Solo adesso ci si comincia ad accorgere che la situazione è molto più complessa di quella a cui molti credevano all’inizio: la guerra in Ucraina è una guerra civile e l’opinione pubblica mondiale è stanca di intromettersi in fatti che non la riguardano.
Zelensky è stato scaltro a sfruttare la comunicazione ma la sua famiglia è russa e lui parla russo e prima della guerra stava andando a processo per corruzione. E quindi a breve tempo Zelensky sarà mollato dall’intera comunità internazionale visto che già il suo principale sponsor, gli Usa, lo ha abbandonato e se vincerà Donald Trump, come probabile, la guerra avrà una fine immediata.
E siamo certi che tutte le segreterie internazionali seguiranno il potente Dipartimento di Stato Usa. Quindi la minaccia feltriana è invero una deduzione superficialissima. Resta invece il ditino minaccioso e la protervia dei radical-chic: “se non farete così ve ne pentirete”. Non si preoccupi quindi il Feltri minore nessuno accuserà di fascismo Salvini e il governo per ricercare una soluzione diplomatica e non più militare alla vicenda.