Fisco, "la Lega non chiede un condono. Rottamazione per milioni di cartelle"

Affaritaliani intervista Alberto Gusmeroli, vice-presidente della Commissione Finanze della Camera

di Sara Garino
Politica
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Sono molti, dopo le vacanze estive, i temi urgenti “dell’agenda fiscale” al vaglio del Governo. Affaritaliani ne discute con l’Onorevole Alberto Gusmeroli della Lega, vice-presidente della Commissione Finanze della Camera, nonché fra gli autori del saggio “Non ne fisco più!” (BTT Editore), con la prefazione di Matteo Salvini.

Onorevole, uno fra i temi più caldi e sensibili è quello delle cartelle esattoriali. Può dettagliarci la posizione della Lega al riguardo?

É assolutamente necessario prevedere una pace fiscale, come fatto durante il Governo Conte I dagli allora vice-ministro Massimo Garavaglia e dal sottosegretario Massimo Bitonci.

In Europa la media delle sanzioni in caso di difficoltà di pagamento è molto inferiore rispetto a quella italiana: è improponibile pensare di trattare le problematiche economiche nel pagare le imposte (problematiche ovviamente acuitesi con il Covid) esattamente come quando si sanziona l’evasione fiscale. Addirittura noi proponiamo che in caso di errori fiscali formali, che non abbiano cioè comportato un’evasione d’imposta, non si dia luogo ad alcuna sanzione.

Non chiediamo un condono, bensì la riapertura della rottamazione delle milioni di cartelle esattoriali in arrivo e la rateizzazione di quanto non si è riusciti a pagare nell’esercizio 2020 e 2021 per INPS, IRPEF/IRES e IVA. In questo modo si permetterebbe a tante aziende di guardare al futuro con serenità, tutelando di conseguenza i posti di lavoro dei loro dipendenti, in questo momento fortemente a rischio.

Parliamo della discussione sul decreto sostegni bis. Onorevole Gusmeroli, sono stati bocciati tutti gli emendamenti volti a modificare la scadenza del 10 settembre per l’invio delle dichiarazioni dei redditi e l’ottenimento del contributo a fondo perduto sulla base del rapporto utile/perdita riferito al periodo 2020-2019. Malgrado il forte pressing delle categorie economiche, in proposito tutto tace. Che cosa propone la Lega?

Noi avevamo presentato sia emendamenti di proroga del termine al 30 settembre o al 31 ottobre sia la possibilità di presentare un’istanza ad hoc: quest’ultima sulla base di dati che avrebbero dovuto poi essere validati e confermati in sede di invio delle dichiarazioni dei redditi entro il 30 novembre. Ormai siamo a pochi giorni dalla scadenza e occorre assolutamente intervenire, perché il termine del 10 settembre è impossibile da rispettare e mette in difficoltà milioni di attività economiche, i contribuenti e i loro consulenti.

A settembre arriverà anche la legge delega sulla riforma fiscale: che cosa si aspetta la Lega?

Il Parlamento ha fatto un ottimo lavoro e il documento approvato dalle Commissioni riunite di Camera e Senato ha tenuto in considerazione quasi tutti i progetti di legge della Lega: come quello sull’abolizione dell’IRAP, delle 20 assurde microtasse il cui gettito è inferiore al costo di gestione delle tasse stesse, la rateizzazione del secondo acconto di novembre all’anno successivo, la riduzione/abolizione della ritenuta d’acconto. E ancora la no-tax area, per cui oltre 10 milioni di contribuenti (fra i quali anche dipendenti e pensionati) potrebbero non dover più fare la dichiarazione dei redditi, risparmiando così il costo della compilazione e dell’invio.

Rispetto al tema evasione, noi riteniamo che solo la riduzione delle imposte e la semplificazione fiscale di un sistema fra i più complicati al mondo possano davvero favorire l’emersione. Del resto ci sono già evidenze che lo attestano: pensiamo per esempio alla mini flat-tax promossa della Lega, per chi ha fatturato sino a 65.000 euro e il cui risultato è consistito in una vero e proprio “boom” di aperture di partite Iva.

Il Ministro dell’Economia Daniele Franco è persona seria e capace: pertanto sono sicuro che, come ha asserito in Commissione, terrà debitamente conto del lavoro fatto.

Tutti temono nuove imposte patrimoniali, la riforma del Catasto o addirittura il ritorno dell’IMU sulla prima casa. Qual è la vostra posizione rispetto a un settore, quello del mattone, divenuto nell’ultima decade un vero e proprio “bersaglio immobile”?

É vero, tutti temono la riforma del Catasto o l’aumento della tassazione sugli immobili. Nel documento licenziato dal Parlamento sono state escluse nuove patrimoniali, nonchè la revisione degli estimi catastali.

Se si ha onestà intellettuale va rimarcato come la revisione del Catasto comporterebbe davvero una maggiore tassazione sugli immobili, in un contesto dove, come tutti sanno, la tassazione sulla casa è già altissima. Peraltro il Catasto in realtà funziona: quello che non funziona è l’attività di riscossione di molte realtà locali.

Voglio citare un recente studio del Professor Alessandro Petretto dell’Università di Firenze, consegnato in Commissione in sede di progetto di fusione IMU-TASI. In esso si evince come il tax-gap dell’IMU nazionale (sottostima dell’evasione) sia pari a circa il 26,80%, con punte del 42,7% in Calabria, del 35,6% in Basilicata, del 38,61% in Campania: con Regioni come la Lombardia e l’Emilia Romagna attestate rispettivamente al 20,6% e al 17,8%. Recuperando semplicemente il gettito, senza invocare alcuna revisione del Catasto, si potrebbe abolire l’IMU sulle case occupate, sugli immobili commerciali sfitti e sugli immobili inagibili, abbassando in generale le aliquote e prevedendo il ripristino della cedolare secca sugli affitti commerciali varata grazie all’intervento dell’allora Sottosegretario Massimo Bitonci.

Per semplificare, davvero, nei fatti, basterebbe un’attività sinergica fra Stato e Comuni: magari promossa inviando direttamente a casa il modulo di pagamento, invece di attendere che sia il contribuente a dover calcolare e pagare. In questo modo il contribuente risparmierebbe anche i soldi per la compilazione del bollettino .

Siete quindi ottimisti sulla Riforma fiscale?

Il nostro è un sistema fiscale a elevata tassazione e oltremodo complicato, che penalizza le imprese, costa loro tantissimo e approccia in modo del tutto errato il problema dell’evasione, pensando di combatterla e arginarla complicando la vita al contribuente con leggi soggettive e astruse. Per noi la strada maestra è ridurre la tassazione: occorre semplificare il sistema, premiando la lealtà con il Fisco, così come scritto nella relazione della Commissione Camera-Senato.

In ogni caso rimaniamo ottimisti, confidando che il Governo presenti una legge delega orientata davvero a un fisco meno pesante, angosciante e complicato. Come succede per tutte le grandi sfide, se ci si crede come sempre i risultati si raggiungono!