Ue, FdI: "Ora orienteremo a destra le politiche Ue. Trump? Opportunità per superare fondamentalismo green"
Parla Fidanza, l'uomo di Meloni in Europa, dopo il successo su Fitto
Carlo Fidanza
"Utilizzeremo il nostro mandato democratico per cercare di orientare a destra, cioè al buon senso e al pragmatismo, le nuove normative che arriveranno, a partire da green e immigrazione”
Si è concluso il lungo percorso, iniziato lo scorso giugno, che ha portato all’approvazione della nuova Commissione europea guidata, per il suo secondo mandato, da Ursula Von der Leyen. Tra i tessitori della trama che ha portato Raffaele Fitto alla Vicepresidenza esecutiva c’è sicuramente il capodelegazione di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza. La soddisfazione è scontata… “Si, è stato raggiunto un grande traguardo per l’Italia grazie alla tenacia di Giorgia Meloni”, dichiara lo stesso Fidanza in un'intervista ad Affaritaliani.it.
Eppure c’è chi vi accusa di incoerenza… non eravate voi quelli del ‘mai con la sinistra’? “Certo! Ed è quello che abbiamo fatto votando contro il programma della nuova Commissione a luglio. Era troppo in continuità con i precedenti cinque anni e troppo spostato verso la sinistra e i verdi. Ieri invece abbiamo votato il collegio dei commissari, nel quale il nostro Fitto avrà un ruolo preminente. Un risultato a cui abbiamo lavorato tanto e che meritava il nostro convinto sostegno. Non a caso a sinistra è andato in scena lo psicodramma”.
Ora però guardiamo avanti. La Commissione Von der Leyen 2 si presenta come la meno votata della storia. Come si fa a confrontarsi con i USA e Cina partendo da questa debolezza? “Questa è la sfida. La debolezza non sta tanto nei numeri di ieri quanto nelle politiche condotte finora. È da lì che dobbiamo partire. E dal ristabilire un principio: la Commissione deve tornare ad essere il braccio esecutivo che attua le decisioni prese dal Consiglio (dove siedono i governi) e dal Parlamento. Non ci può essere una casta di illuminati che decidono fregandosene della volontà dei cittadini. E noi utilizzeremo il nostro mandato democratico per cercare di orientare a destra, cioè al buon senso e al pragmatismo, le nuove normative che arriveranno, a partire da green e immigrazione”.
Sembra quasi ignorare Trump, vi crea imbarazzo? “Tutt’altro. Credo sia una grande occasione per l’Europa e per l’Italia. Se ne parla poco ma, se ci pensa, in questi anni il fondamentalismo green ci ha accoppiato industrialmente alla Cina imponendoci una transizione solo elettrica che non può funzionare. L’America va in direzione opposta e, invece di scatenare una guerra sui dazi, è nostro interesse rilanciare un partenariato transatlantico che riallinei le nostre politiche industriali in quella direzione. E l’Italia potrà giocare un ruolo importante in questa partita!”.
Sembra fiducioso ma in Europa di solito la voce italiana non è la più ascoltata… “Secondo lei, perché Von der Leyen ha resistito agli attacchi furibondi della sinistra garantendo una Vicepresidenza esecutiva all’Italia?” Me lo dica lei… “Non solo perché i numeri in Parlamento si sono spostati a destra, ma anche perché se si guarda intorno al Consiglio europeo trova un Macron debolissimo che ha messo in piedi un governo di minoranza, uno Scholz fallimentare e dimissionario che sicuramente non sarà più premier, e un Sanchez che rischia di andare a casa da un giorno all’altro travolto da scandali e corruzione. Peraltro, se questo scenario si dovesse concretizzare, ai socialisti rimarrebbero soltanto un paio di governi di piccoli Paesi. È evidente che in questo panorama Giorgia Meloni spicca per capacità, credibilità e solidità del suo governo”.
Un patrimonio da usare anche come cerniera tra Bruxelles e Washington? “Non sarà facile, peraltro Bruxelles non fa molto per farsi amare da uno come Trump che è un istintivo, un imprenditore che detesta le liturgie e il paternalismo di certi leader europei. Ciò nonostante, io credo che Meloni si dedicherà innanzitutto, come giusto, a costruire rapporti bilaterali virtuosi che evitino all’Italia le conseguenze nefaste di una eventuale guerra commerciale. E, se potrà, cercherà di rendersi utile per costruire ponti. È l’unica vera leader europea e ormai cominciano a riconoscerglielo quasi tutti”, conclude Fidanza.
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