Franceschini lavora al governo tecnico. Contro-mossa alle urne di Meloni

Tutto accadrà dopo il probabile downgrade del debito italiano il 17 novembre

Di Alberto Maggi
Dario Franceschini Giorgia Meloni
Politica

Ufficialmente il correntone di Franceschini appoggia Schlein, ma dietro le quinte...

L'ipotesi di un governo tecnico guidato da Giuliano Amato (che proprio oggi va al Copasir, sul caso Ustica, guidato da Lorenzo Guerini, altro sponsor del no alle elezioni in caso di crisi di governo) passa anche dal nascente correntone di Dario Franceschini all'interno del Pd. Ufficialmente l'ex ministro della Cultura fa questa operazione per sostenere Elly Schlein in vista delle Europee (anche se in realtà, in caso di pessimo risultato elettorale, è già pronto Paolo Gentiloni come segretario), ma se il governo di Centrodestra e la premier dovessero implodere, in particolare dal 17 novembre quando arriverà la tempesta dei downgrade (quasi certi) delle agenzie di rating sul debito italiano, lo scenario cambierebbe radicalmente.

La premier spingerebbe per le elezioni a fine gennaio-inizio febbraio ma le manovre dei poteri forti farebbero di tutto per evitare il voto. Ma la linea del Quirinale, della grande industria (compresi i figli di Silvio Berlusconi), dei mercati, dell'Unione europea e anche di parte della Chiesa sarebbe quella stabilità. Ed ecco che, come spiegano fonti Dem, "i democristiani cercano sempre di evitare le urne". Quindi il correntone di Franceschini, che con una fetta di chi ha sostenuto Stefano Bonaccini alle primarie, Nicola Zingaretti e i suoi fedelissimi di Roma e del Lazio e i lettiani di Marco Meloni, ha la maggioranza nell'assemblea Dem si imporrebbe per fermare la voglia di elezioni di Schlein (che fin dall'inizio ha parlato di voto in caso di caduta dell'esecutivo).

Forza Italia, spinta da Pier Silvio e Marina (che vogliono stabilità), aderirebbe subito, così come Azione di Carlo Calenda e Matteo Renzi. La Lega, stando alle voci di Palazzo, potrebbe spaccarsi con i giorgettiani europeisti governativi pronti a evitare le elezioni per salvare l'Italia, solita frase, e per il superiore interesse nazionale. Resta lo scoglio di Giuseppe Conte, ma assicurano fonti Pd, come accadde con Mario Draghi premier ci penserebbe Beppe Grillo a convincere l'ex premier a sostenere un altro governo di salvezza nazionale (pena la defenestrazione).

Fratelli d'Italia ovviamente starebbe all'opposizione gridando al complotto. Insomma, lo scenario del governo tecnico, dopo il 17 novembre, resta in piedi e passa anche e soprattutto dal correntone di Franceschini, che formalmente nasce per sostenere Schlein che dice voto in caso di crisi. Ma dietro le cose le cose son molto, molto diverse...

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