Franceschini molla Schlein, frattura nel Pd: "Non firmo contro il Jobs Act"

La rivolta dei riformisti dem. Anche l'ex ministro Orlando si smarca e Orfini ironizza: "La segretaria convochi una riunione"

di redazione politica
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Politica

Pd, mezzo partito si smarca sul Jobs act: molti big non firmeranno

L'annuncio di Elly Schlein "firmerò il referendum della Cgil contro il Jobs Act" ha spaccato il partito. Sono in tanti quelli che hanno sollevato dubbi su questa iniziativa, visto che la riforma è stata decisa proprio dallo stesso Pd quando alla guida c'era Renzi. Dario Franceschini — il primo big del Pd a schierarsi a favore di Schlein nelle primarie, facendo pesare la forza della sua corrente in quella contesa— non seguirà l’esempio della segretaria sul referendum sul Jobs act: "No, non firmerò", dice a Il Corriere della Sera. Andrea Orlando, anche lui schieratosi con Schlein alle primarie, non ha ancora deciso: "Sto riflettendo se firmare. Francamente penso che i parlamentari, avendo altri strumenti, possano anche esimersi dal sottoscrivere questo referendum".

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Matteo Orfini, - prosegue Il Corriere - che aveva parteggiato per Bonaccini, ma che negli ultimi tempi si è avvicinato alla segretaria, sceglie l’arma dell’ironia per criticare il fatto che la leader non abbia convocato prima una riunione ad hoc, perciò se gli si chiede se firmerà risponde così: "Io sono all’antica, immagino che ne discuteremo in Direzione dopo le Europee. Sa, sono obsoleto...". Anche Giorgio Gori non firmerà: "Sembra una cosa coerente con la storia politica di Schlein. Siccome firmare sarebbe totalmente incoerente con la mia storia politica, io sicuramente non firmerò. Penso che il Jobs act non abbia in alcun modo aumentato la precarietà che anzi è diminuita negli ultimi dieci anni".