Francia, la nomina di Barnier non toglie le castagne dal fuoco a Macron

La nomina del veterano della politica francese è criticata tanto da Le Pen quanto da Mélenchon. E il  Governo potrebbe comunque essere sfiduciato...

di Stefano Marrone
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Francia, la nomina di Barnier non toglie le castagne dal fuoco a Macron

Sette settimane. Da tanto dura lo stallo politico in Francia. Le elezioni legislative, anticipate dopo lo sconquasso delle Europee, hanno spaccato il Paese in tre. Finalmente, arriva una nomina per il ruolo di Primo ministro. "Il presidente della Repubblica ha nominato Michel Barnier primo ministro. L'ha incaricato di costituire un governo di unità al servizio del paese e dei francesi": è quanto scritto nel comunicato che annuncia la nomina del primo ministro". Nomina che, però, potrebbe non essere risolutiva.

Michel Barnier, Mr Brexit ha una lunga carriera politica (a destra)

Un veterano della politica francese. Così la stampa transalpina definisce il probabile nuovo Primo ministro. Michel Barnier ha 73 anni, originario dell'Alta Savoia, regione alpina al confine con l'Italia. E' diventato membro del parlamento francese per la prima volta negli anni '70, all'età di soli 27 anni. E' entrato per la prima volta al governo a metà anni Novanta, sotto la presidenza di Jacques Chirac. 

Barnier è un gollista di ferro. Membro di spicco del Partito repubblicano, è stato più volte ministro anche sotto Sarkozy. Ma è soprattutto famoso come "mr. Brexit". E' stato due volte commissario europeo a Bruxelles, poi, tra il 2016 e il 2021, ha guidato le trattative per l'uscita della Gran Bretagna dall'Ue, un compito difficilissimo, nel quale ha dimostrato le sue doti di negoziatore su scala continentale, suscitando fiducia e apprezzamento tra molti Stati membri.

Per Barnier una difficile conferma

Michel Barnier ha il doppio dell'età del suo predecessore, il 35enne Gabriel Attal. Eppure, non è quella anagrafica la questione che complica la nomina del prossimo Primo ministro. Il passaggio di consegne a Palazzo Matignon è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio. Formalmente Barnier è già primo ministro, perché in Francia questo viene nominato direttamente dal presidente e non ha bisogno di ottenere la fiducia del parlamento per assumerne le funzioni, come succede in Italia.

A complicare la trama di Macron, però, c'è la sostanza politica. Il passaggio all'Assemblea Nazionale non sarà una passeggiata. La prassi - non obbligatoria, ma da tempo consolidata - vuole che il primo ministro chieda la fiducia pronunciando un discorso davanti Parlamento. La “dichiarazione di politica generale” è il programma di governo. Anche se i parlamentari approvassero questo discorso, il governo potrebbe comunque essere sfiduciato attraverso una mozione di sfiducia proposta da almeno un decimo dei deputati e approvata dalla maggioranza, ossia con almeno 289 voti.

La sinistra tuona contro Barnier: "Elezione rubata"

Le opposizioni sono già insorte, sia a sinistra che a destra. Per il Rassemblement National di Marine Le Pen, Barnier è ''un fossile'' della vita politica, che certo ''non fa sognare'', anche se il partito ha dichiarato che attenderà di ascoltare il discorso del Primo ministro. Possibilmente più dura la sinistra. "Michel Barnier non viene dal Nuovo Fronte Popolare che ha vinto le elezioni, ma da un partito che ha preso meno voti di tutti. L'elezione è stata rubata" ha tuonato il leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon. Barnier dovrà dunque fare sfoggio di tutta la sua abilità negoziale, ampiamente mostrata negli anni a Bruxelles.