"Frociaggine", Schlein e Pd zitti e imbarazzati. Il voto cattolico conta...

I vertici del Pd non attaccano Papa Francesco per gli insulti agli omosessuali. D'altronde l'8-9 giugno si vota...

Di Alberto Maggi
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Bergoglio Schlein
Politica

La solita ipocrisia della sinistra

Silenzio assordante. Silenzio ipocrita. Il Pd, a partire dalla segretaria Elly Schlein, che ogni giorno si riempie la bocca di parole a difesa della comunità Lgbtq e delle persone omosessuali, tace imbarazzato di fronte alle pesantissime offese di Papa Francesco agli omosessuali. Per molto meno il generale Roberto Vannacci si è beccato 104 denunce nelle 104 procure della Repubblica da Nord a Sud. Ma quelle frasi ai vescovi sulla "frociaggine" e su "fuori le checche dai seminari" mettono in forte imbarazzo il Pd. Stranamente Alessandro Zan, così attivo nella difesa delle persone omosessuali, si è limitato a uno scarno commento.

E tranne la candidata Dem transgender Monica Romano (indipendente), intervistata da Affaritaliani.it, tutti zitti. Perché? Facile. Come spiega off the record un esponente di primissimo piano del Pd "non si può attaccare il Papa a dieci giorni dalle elezioni, il voto cattolico conta". Ecco l'ipocrisia del politicamente corretto e dei due pesi e due misure. Naturalmente nessun commento nemmeno dai soloni dei salotti del giornalismo di sinistra come Lilli Gruber, Massimo Giannini e compagnia. Una lunga fila di politici e giornalisti sinistroidi imbarazzati e silenti.