Galantino occultato da Papa Francesco. L'ex segretario della Cei in pensione
Don Nunzio di nemici in Vaticano se ne è creati tanti
Papa Francesco fa fuori l’ex potente segretario Cei e lo manda in pensione a zero incarichi
C’era una volta…Galantino ma non c’è più. O meglio c’è ma non si vede perché è stato occultato da Papa Francesco che quando prende di mira uno sono cavoli amari.
Si pensi solo al caso di Antonio Spadaro, il fu direttore di Civiltà Cattolica, la prestigiosa rivista dei Gesuiti, che fu brutalizzato da Bergoglio ed ora è scomparso nel nulla.
Ne parlammo qui
Ma veniamo a don Nunzio Galantino da Cerignola, in provincia di Foggia.
Nato nel 1948, diventa sacerdote nel 1972. Si laurea nel 1974 in filosofia con roba seria, una tesi su Dietrich Bonhoeffer.
Il tempo passa e Nunzio si accultura con gaia spensieratezza e così nel 1981 lo troviamo incoronato dell’alloro del dottorato in teologia dogmatica.
Il tempo passa ancora e Nunzio fa carriera tanto che Giovanni Paolo II gli conferisce il titolo di “Cappellano di Sua Santità”.
Galantino fila come un missile per le Sacre Stanze e punta la CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. Nel 2014 papa Francesco lo nomina Segretario Generale.
Nunzio è contento. Il Papa gli vuole bene.
Questa benevolenza gli appare vieppiù riconfermata da un’altra nomina di prestigio e di estremo potere finanziario e cioè l’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (2018 -2023).
Nunzio è al settimo cielo (è il caso di dirlo!). Svolazza passero felice nelle agiatezze vaticane sotto la mano prorettrice del Padre Santo che lo indirizza con amorevole trasporto.
Il primo ottobre 2023 però gli arriva una lettera da Francesco a conclusione del suo ministero Patrimoniale:
“memore dell'intensa attività svolta con costante impegno, mi è caro esprimerLe, Eccellenza Reverendissima, la mia commossa gratitudine per quanto da Lei fatto con dedizione per il bene della Chiesa. Tutto ciò mi assicura di poter ancora contare sulla Sua Saggia esperienza e cordiale vicinanza".
E qui Galantino si agita e suda freddo.
Conosce troppo bene i delicati meccanismi apostolici della Curia Romana per non leggere nella missiva di ringraziamento del Papa la preconizzazione di un benservito, insomma una sorta di “stai sereno” di renziana memoria.
Ed infatti da allora le cose cominciano a complicarsi per il monsignore che è sempre rimasto vescovo e mai si è librato nell’empireo dei porporati, cioè dei Principi di Santa Romana Chiesa, cioè i Cardinali di rosso vestiti.
Sic transit gloria galantini…verrebbe da dire.
Il blog conservatore messainlatino lo strapazza per benino per il suo passato e presente progressista in cui attaccava i pro-life anti-abortisti, appellandoli come “visi inespressivi”.
Sono trascorsi i tempi belli in cui dalla sua postazione di segretario Cei impallinava Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagliasco che era il presidente, inviso a Francesco.
Allora Nunzio si faceva devotissimo esecutore del fastidio che Papa Francesco provava per il capo Cei.
Insomma padre Nunzio rivestiva il ruolo di Sacro Manganellatore di Bergoglio nei confronti dei riottosi vescovi italiani.
E così il 2 ottobre 2023, un padulo vaticano decollato da Santa Marta ha centrato il povero Galantino che è stato posto in pensione senza altri incarichi, quello che di solito fa il vendicativo Bergoglio quando gli girano le sacre sfere, vedasi il caso del povero Padre Georg, esiliato nella fredda ed inospitale Foresta Nera.
Allora Nunzio ha cominciato a pensare, si è concentrato e si è impegnato, un po’ come faceva l’ex compianto ministro Toninelli ed infine ha sganciato la pensata geniale e risolutiva: “il Papa mi ha sempre preso per i reverendi fondelli”.
Nunzio de qua, Nunzio de là ma poi…
Infatti, ha pensato Nunzio, cardinale non mi ha mai creato eppure la berretta rossa me l’ha fatta vedere, ma solo rigorosamente da lontano, manco fosse una bella donna.
“No me l’ha mai data!” (sempre, la berretta), ha finalmente realizzato Nunzio cadendo dal pero.
“Sta a vedere che l’Argentino m’ha gabbato!”.
E certo che don Nunzio di nemici in Vaticano se ne è creati tanti.
A cominciare da tutti quelli colpiti dalla famigerata “direttiva appartamenti” che rischia di buttare in mezzo ad una strada Curia, sacerdoti e vescovame, pure anziani che dovrebbero mettere mano al portafoglio e affrontare il mercato immobiliare romano.
Insomma il galero (sempre la papalina rossa) non l’ha acchiappato e così è rimasto a dove era partito, come ai tempi di Benedetto XVI.